Istat: a ottobre cresce l’occupazione con 75mila lavoratori in più rispetto a settembre e il tasso di disoccupazione scende al 6%
- piscitellidaniel
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I dati diffusi dall’Istat relativi al mese di ottobre mostrano un mercato del lavoro in rafforzamento, con un aumento consistente degli occupati e un calo del tasso di disoccupazione. L’istituto segnala che rispetto a settembre si registrano 75mila lavoratori in più, una variazione che interessa uomini e donne, lavoratori dipendenti e autonomi, e che riflette una dinamica positiva in più comparti produttivi. Il tasso di disoccupazione scende al 6%, segnando uno dei livelli più bassi degli ultimi anni, mentre cresce anche il numero degli individui attivi, segnale di una maggior partecipazione al mercato del lavoro da parte della popolazione.
Il dato sugli occupati evidenzia un incremento diffuso che coinvolge sia i contratti permanenti sia quelli a termine. L’aumento dei lavoratori a tempo indeterminato indica un miglioramento della qualità del lavoro offerto, in un contesto in cui molte imprese hanno scelto di stabilizzare personale per far fronte a esigenze produttive più stabili. Allo stesso tempo, il settore dei servizi continua a rappresentare la componente trainante della crescita occupazionale, con incrementi significativi nelle attività professionali, nel commercio, nella logistica e nelle strutture legate al turismo. La manifattura mostra segnali più moderati ma comunque positivi, mentre le costruzioni mantengono livelli elevati di assorbimento di manodopera.
La diminuzione del tasso di disoccupazione al 6% rispecchia non solo l’aumento degli occupati ma anche la riduzione delle persone in cerca di lavoro. Il calo interessa trasversalmente varie fasce d’età, con una diminuzione particolarmente visibile tra i lavoratori adulti, mentre la componente giovanile rimane più fragile pur mostrando un miglioramento rispetto ai mesi precedenti. L’andamento positivo del mercato del lavoro ha contribuito anche a ridurre l’inattività, con un numero crescente di persone che rientra nel mercato dopo periodi di assenza o che decide di iniziare a cercare un impiego.
Il quadro descritto dall’Istat si inserisce in una fase economica caratterizzata da segnali alterni. Da un lato, la domanda di servizi resta robusta e la spinta occupazionale proviene soprattutto dalle attività legate al terziario avanzato e alla trasformazione digitale. Dall’altro, alcuni comparti industriali continuano a risentire del rallentamento globale, delle incertezze sul fronte dei tassi di interesse e della debolezza degli investimenti. Nonostante queste variabili, il mercato del lavoro italiano mostra una sorprendente resilienza, sostenuta da un tessuto produttivo che punta sulla continuità operativa e sulla specializzazione.
Il dato sui 75mila nuovi occupati va letto anche alla luce delle recenti trasformazioni organizzative delle imprese, che si trovano a dover bilanciare esigenze di efficienza, innovazione e gestione dei costi. La digitalizzazione dei processi, il crescente ricorso alle piattaforme tecnologiche e la ristrutturazione di molte attività di servizio hanno contribuito a generare nuove figure professionali e a ridurre la distanza tra domanda e offerta di lavoro in alcuni settori chiave. Le professioni tecniche e specializzate continuano a registrare una forte richiesta, mentre le aree legate alla cura, all’assistenza e alla formazione mostrano una crescita costante, favorita dall’invecchiamento della popolazione e dall’espansione dei servizi socio-educativi.
Risultano in aumento anche gli autonomi, seppur con un’intensità inferiore rispetto ai dipendenti. L’Istat evidenzia una ripresa delle attività indipendenti dopo mesi di stagnazione, segno di un rinnovato interesse verso forme di lavoro flessibili o legate a microimprese e servizi professionali. Tuttavia, la componente autonoma rimane eterogenea e comprende sia attività ad alto valore aggiunto sia settori più esposti a cicli economici irregolari.
In parallelo cresce la partecipazione al mercato del lavoro. Il tasso di attività registra un aumento, sostenuto soprattutto dalla maggiore presenza delle donne, risultato attribuibile al rafforzamento dei servizi di conciliazione e all’ampliamento dell’offerta occupazionale in comparti caratterizzati da una presenza femminile più elevata. Anche la componente maschile cresce, seppure con intensità minore, in un contesto in cui alcuni settori tradizionalmente a prevalenza maschile mostrano un lieve recupero di produttività.
Un ulteriore elemento messo in evidenza dall’Istat riguarda la qualità delle posizioni lavorative e la stabilità nel tempo. La crescita dei contratti permanenti viene interpretata come un segnale favorevole per la solidità del mercato, poiché indica una fiducia più elevata da parte delle imprese nelle prospettive di medio periodo. I segnali positivi emergono anche nelle dinamiche salariali, con un progressivo recupero della capacità di acquisto, pur in un contesto in cui l’inflazione ha inciso significativamente sul potere d’acquisto delle famiglie nei mesi precedenti.
Il mese di ottobre si chiude quindi con un quadro occupazionale in miglioramento, sostenuto da dinamiche trasversali che coinvolgono settori differenti e da una crescente partecipazione al mercato del lavoro. I dati diffusi dall’Istat indicano una fase di consolidamento che contribuisce a rafforzare la struttura economica complessiva e mostrano come il mercato del lavoro italiano stia attraversando una fase di espansione nonostante le incertezze del contesto internazionale.

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