Israele intensifica le operazioni militari in Siria: raid aerei su sistemi di intelligence e quartier generali nel sud del Paese
- piscitellidaniel
- 11 mar
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Nella notte tra il 10 e l'11 marzo 2025, l'aviazione militare israeliana ha condotto una serie di raid aerei nel sud della Siria, colpendo radar e strumenti di rilevamento utilizzati dall'intelligence siriana. L'esercito israeliano ha comunicato attraverso il proprio canale Telegram che sono state prese di mira posizioni di comando e siti militari contenenti armi ed equipaggiamenti appartenenti al regime siriano. Secondo le forze di difesa israeliane, la presenza di queste risorse nella Siria meridionale rappresentava una minaccia per lo Stato di Israele e per le attività dell'IDF, giustificando così l'operazione volta a eliminare potenziali minacce future.
Contesto delle operazioni israeliane in Siria
Questi raid si inseriscono in una più ampia strategia militare israeliana iniziata nel dicembre 2024, quando, approfittando della caduta del regime di Bashar al-Assad, le forze israeliane hanno lanciato un'invasione del territorio siriano. L'operazione ha visto l'aviazione israeliana effettuare almeno 350 bombardamenti, distruggendo la maggior parte degli aerei della forza aerea siriana, 15 navi della marina e gran parte degli arsenali di armi strategiche dell'esercito siriano. Questa azione è stata giustificata da Israele come necessaria per evitare che tali armamenti cadessero nelle mani dell'ISIS, data l'instabilità politica e il vuoto di potere nel Paese.
Evoluzione delle operazioni nel 2025
Nel corso del 2025, Israele ha continuato a intensificare le sue operazioni militari in Siria. Il 25 febbraio, le forze israeliane hanno ampliato la loro invasione del sud della Siria, conducendo una serie di attacchi aerei sia nel sud del Paese che a Damasco. Questa escalation è avvenuta un giorno dopo che Israele aveva richiesto al governo di transizione siriano la smilitarizzazione del sud della Siria.
Reazioni internazionali e impatto regionale
Le azioni israeliane hanno suscitato diverse reazioni a livello internazionale. L'Arabia Saudita ha condannato la decisione di Israele di interrompere la fornitura di elettricità nella Striscia di Gaza, denunciando quella che ha definito una "punizione collettiva" della popolazione palestinese e violazioni del diritto internazionale umanitario. In una nota, il ministero degli Esteri saudita ha espresso la sua condanna nei termini più duri, sottolineando l'uso da parte delle autorità israeliane di misure punitive collettive contro i palestinesi nella Striscia di Gaza.
Situazione attuale e prospettive future
La situazione in Siria rimane altamente instabile, con Israele che continua a monitorare attentamente gli sviluppi nel Paese. Le operazioni militari israeliane mirano a prevenire la formazione di minacce lungo i propri confini settentrionali, in un contesto regionale caratterizzato da profonde trasformazioni politiche e militari. La comunità internazionale osserva con preoccupazione l'evolversi degli eventi, consapevole delle potenziali implicazioni per la stabilità dell'intera area mediorientale.
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