Inflazione in lieve risalita: a novembre +0,2% su base mensile e +1,1% su base annua secondo l’Istat
- piscitellidaniel
- 9 ore fa
- Tempo di lettura: 3 min
L’andamento dei prezzi torna a segnare un leggero rialzo, con l’inflazione di novembre che si attesta a +0,2% rispetto al mese precedente e +1,1% su base annua. I dati diffusi dall’Istat confermano un quadro di stabilità con tendenze moderatamente rialziste, segnando un incremento contenuto ma significativo dopo mesi caratterizzati da oscillazioni marginali. L’aumento su base mensile è legato soprattutto alle dinamiche dei beni energetici non regolamentati e ad alcuni comparti dei servizi, mentre l’inflazione annua evidenzia la persistenza di pressioni legate in particolare ai beni alimentari e alle componenti del carrello della spesa più sensibili ai flussi internazionali.
Il dato dello 0,2% mensile è il risultato dell’interazione tra comparti con andamenti divergenti. Mentre l’energia mostra una lieve ripresa dei prezzi, influenzata da oscillazioni delle quotazioni internazionali e da condizioni metereologiche che incidono sulla domanda, altri settori registrano una sostanziale stabilità. Tra questi, abbigliamento e calzature mostrano un incremento dovuto al cambio stagionale delle collezioni, mentre i servizi ricettivi e turistici evidenziano un fisiologico rallentamento legato alla bassa stagione. L’aggregato generale riflette così un quadro in cui l’inflazione si muove in modo contenuto ma non uniforme.
Il tasso annuo dell’1,1% mantiene l’Italia in una posizione di bassa inflazione rispetto alla media europea, contribuendo a rafforzare l’idea di un Paese che, pur risentendo delle dinamiche globali, continua a mostrarsi più resiliente sotto il profilo dei prezzi al consumo. Una parte rilevante di questo differenziale è attribuibile alla minore dinamica dei beni energetici rispetto ad altri Stati membri, oltre che a una domanda interna che cresce con ritmi moderati. I beni alimentari, tuttavia, continuano a rappresentare uno degli elementi più sensibili: l’aumento dei costi delle materie prime e dei trasporti nelle filiere lunga durata ha mantenuto elevati alcuni prezzi al dettaglio, incidendo sul bilancio delle famiglie.
Nei servizi, l’andamento dei prezzi mostra una certa stabilità, anche grazie alla riduzione delle pressioni sui costi di gestione e alla normalizzazione delle condizioni operative dopo la fase inflattiva del biennio precedente. Le tariffe dei servizi professionali, sanitari e scolastici crescono con ritmi contenuti, mentre i trasporti registrano movimenti altalenanti, strettamente legati all’andamento del carburante e alle fluttuazioni della domanda stagionale. Nel complesso, il quadro dei servizi contribuisce a mantenere il tasso generale su livelli controllati.
L’inflazione di fondo, che esclude energia e alimentari freschi, resta stabile, segnalando un equilibrio complessivo nelle dinamiche interne dei prezzi. Questo indicatore è particolarmente osservato dalla Banca centrale europea per valutare la permanenza o meno di pressioni strutturali all’interno del sistema economico. La stabilità dell’inflazione di fondo suggerisce che gli aumenti osservati non siano ancora espressione di una ripresa generalizzata dei prezzi, ma piuttosto il risultato di specifici comparti che reagiscono alle condizioni del mercato globale.
Le famiglie continuano a percepire un miglioramento rispetto ai picchi inflattivi degli anni scorsi, ma il potere d’acquisto rimane un tema sensibile. Le dinamiche salariali non crescono allo stesso ritmo dei prezzi di alcuni beni essenziali, determinando un riequilibrio lento della capacità di spesa. I consumi rimangono prudenti e concentrati sulle categorie fondamentali, con maggiore attenzione alla convenienza e al risparmio. Questo comportamento influisce sulla dinamica dei prezzi, contribuendo a mantenere contenuta l’inflazione in diversi comparti.
Le imprese, dal canto loro, valutano con interesse l’evoluzione dell’indice dei prezzi al consumo, poiché influisce sulla definizione dei listini e sulla programmazione della produzione. Il livello attuale dell’inflazione, ancora lontano dagli obiettivi della Bce ma stabilmente positivo, offre un contesto più prevedibile rispetto agli anni precedenti, riducendo l’incertezza e facilitando la gestione dei costi. Tuttavia, l’attenzione resta alta sulla componente energetica, che potrebbe tornare a mostrare volatilità con l’avvicinarsi dei mesi invernali e l’evoluzione delle tensioni geopolitiche.
Il quadro delineato dall’Istat conferma quindi una dinamica dei prezzi moderata, senza segnali di accelerazione significativa ma con elementi di cautela legati all’energia e alle filiere alimentari. L’inflazione resta sotto controllo e offre margini di stabilità, pur richiedendo un monitoraggio continuo per individuare eventuali cambiamenti nelle tendenze globali e nei comportamenti di consumo.

Commenti