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Luca Baj

Green e filiera corta: il rilancio dell'economia sostenibile

Sostenibilità è una delle parole-chiave alla base dell’intera architettura economica che reggerà la ripartenza dopo i mesi di crisi segnati dalla pandemia. Un concetto che tiene insieme tanto il sistema finanziario quanto quello ambientale e sociale, da declinare seguendo un processo di transizione verso modelli più in linea con la tutela degli ecosistemi. In questa ottica, il ruolo del territorio, dalle filiere locali fino alle green communities, diventa centrale. Proprio per costruire quel rilancio sostenibile che verrà attuato grazie al sostegno del Piano per la ripresa dell’Europa, lo stanziamento di risorse senza precedenti deciso dalla Commissione. In Italia esiste già una legge che riguarda la Strategia nazionale per le green community: la numero 221 del 28 dicembre 2015, “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali”. Scopo principale della Strategia è quello di potenziare il valore dei territori rurali e di montagna che, in linea con lo sviluppo della green economy, “intendono sfruttare in modo equilibrato le risorse principali di cui dispongono, tra cui in primo luogo acqua, boschi e paesaggio, e aprire un nuovo rapporto sussidiario e di scambio con le comunità urbane e metropolitane”, attraverso l’elaborazione di un piano di sviluppo sostenibile che coinvolga alcuni specifici settori, individuati dalla norma (patrimonio agro-forestale; filiera del legno; risorse idriche; energia da fonti rinnovabili; turismo sostenibile; patrimonio edilizio; efficienza energetica e integrazione intelligente degli impianti e delle reti; zero waste production; servizi di mobilità; azienda agricola sostenibile). L’attenzione, dunque, riguarda innanzitutto i territori rurali e di montagna, con ricadute evidenti anche sul tessuto urbano. In riferimento a campagne e boschi, in particolare, la Strategia nazionale delle green communities che verrà attuata con il Recovery Plan italiano prevede: la gestione integrata e certificata del patrimonio agro-forestale, anche tramite lo scambio dei crediti derivanti dalla cattura dell’anidride carbonica, la gestione della biodiversità e la certificazione della filiera del legno; la gestione integrata e certificata delle risorse idriche; la produzione di energia da fonti rinnovabili locali, quali i microimpianti idroelettrici, le biomasse, il biogas, l’eolico, la cogenerazione e il biometano; lo sviluppo di un turismo sostenibile, capace di valorizzare le produzioni locali; la costruzione e gestione sostenibile del patrimonio edilizio e delle infrastrutture di una montagna moderna; l’efficienza energetica e integrazione intelligente degli impianti e delle reti; lo sviluppo sostenibile delle attività produttive; l’integrazione dei servizi di mobilità; lo sviluppo di un modello di azienda agricola sostenibile che sia anche energeticamente indipendente attraverso la produzione e l’uso di energia da fonti rinnovabili nei settori elettrico, termico e dei trasporti. Quanto alle applicazioni e all’impiego dell’energia prodotta, le aree di maggiore interesse sono quelle della climatizzazione invernale, sia per utenti residenziali sia per strutture ricettive come alberghi e agriturismi, e del calore di processo nei settori industriale e agroindustriale. L’associazione di categoria Aiel, in particolare, ha stimato per i prossimi 5 anni un potenziale di almeno 100 impianti all’anno, con una potenza media di 750 kW termici, corrispondente a una produzione media per impianto pari a 1.500 MWh/anno. Il tema, dunque, riguarda anche le interconnessioni urbano-rurali tra produttori e consumatori, con riferimento allo sviluppo delle filiere corte. Su questo fronte si inserisce un’iniziativa come l’applicazione Campagna Amica, oggetto di una iniziativa pilota condotta da Coldiretti, con il supporto di Ager, della fondazione Campagna Amica e dell’Università di Parma, nell’ambito del progetto di ricerca Strenght2Food. Nel corso dell’iniziativa, è stata condotta una attività di promozione dell’applicazione finalizzata a favorire la conoscenza della filiera corta e dei mercati contadini. Nonostante le modifiche all’attività imposte dal Covid, i risultati dell’azione hanno evidenziato la capacità delle applicazioni mobili di supportare lo sviluppo delle filiere corte, generando nuove intuizioni sul ruolo di questo tipo di strumenti in tempi di insicurezza alimentare e crisi. Un settore, dunque, che dimostra tutte le sue potenzialità da dispiegare per il rilancio dell’economia.

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