Gaza, attacco aereo israeliano distrugge una scuola dell’UNRWA: almeno 30 vittime tra cui donne e bambini
- piscitellidaniel
- 26 mag
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Un raid aereo condotto dall’esercito israeliano ha colpito nella mattinata del 23 maggio 2025 una scuola dell’UNRWA nel campo profughi di Nuseirat, nel cuore della Striscia di Gaza, causando la morte di almeno 30 persone, tra cui numerosi bambini e donne. L’edificio scolastico era utilizzato come rifugio da centinaia di sfollati palestinesi, costretti a fuggire dalle loro abitazioni a causa dei bombardamenti delle ultime settimane. Le immagini diffuse dai media locali mostrano un cratere profondo al centro dell’edificio e una scena di devastazione completa: detriti, corpi, e sopravvissuti che scavano tra le macerie con le mani nude.
L'esercito israeliano ha confermato l’attacco, dichiarando che l’obiettivo era un gruppo di militanti di Hamas che, secondo fonti militari, utilizzavano la scuola come base per operazioni e lanci di razzi. Il portavoce delle IDF ha sostenuto che l’edificio era stato monitorato e che si trattava di un "target legittimo", precisando che era stata usata munizione di precisione. Le autorità militari israeliane hanno affermato che all’interno vi fossero almeno 20 combattenti e che l’intelligence aveva identificato attività operative nella struttura.
Diversa la versione offerta dall’UNRWA e dalle organizzazioni umanitarie presenti sul territorio. L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi ha confermato che nella scuola erano ospitati circa 1.000 civili, in maggioranza famiglie con bambini. Il Commissario Generale dell’UNRWA, Philippe Lazzarini, ha definito l’attacco “scioccante” e “inaccettabile”, sottolineando che colpire un rifugio civile, anche se sospettato di attività ostili, rappresenta una violazione del diritto internazionale umanitario.
La comunità internazionale ha reagito con preoccupazione crescente. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha richiesto l’apertura immediata di un’indagine indipendente, mentre l’Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri, Josep Borrell, ha chiesto un cessate il fuoco urgente, condannando “l’uccisione di innocenti in ogni forma”. Gli Stati Uniti, pur ribadendo il diritto di Israele a difendersi, hanno chiesto massima cautela per evitare vittime civili e hanno espresso cordoglio per le perdite umane.
Nel frattempo, la situazione umanitaria nella Striscia continua a peggiorare. Oltre un milione di persone risultano attualmente sfollate, secondo i dati più recenti delle Nazioni Unite. Gli ospedali sono al collasso, le scuole e i rifugi sovraffollati. La scarsità di elettricità, acqua potabile e medicinali aggrava ulteriormente un quadro già drammatico. Diverse strutture scolastiche, gestite da enti internazionali, sono state colpite negli ultimi mesi, evidenziando la difficoltà di distinguere tra obiettivi militari e civili in un contesto di guerra urbana.
Le autorità palestinesi di Gaza hanno proclamato il lutto cittadino e invitato la comunità internazionale a intervenire per proteggere i civili, accusando Israele di crimini di guerra. Hamas ha definito l’attacco “un massacro deliberato”, promettendo ritorsioni. Israele, dal canto suo, ha rafforzato la propria presenza aerea sulla Striscia, confermando la volontà di proseguire l’offensiva fino all’annientamento delle strutture militari di Hamas.
Il raid di Nuseirat segna uno dei momenti più tragici e simbolici dell’attuale conflitto, ponendo nuovamente al centro dell’attenzione internazionale il tema della protezione dei civili in guerra e sollevando interrogativi sull’effettiva possibilità di garantire aree sicure all’interno di un territorio assediato.
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