Crisi di talento e mismatching: il mercato del lavoro
- Giuseppe Politi
- 15 mag
- Tempo di lettura: 2 min
negli ultimi giorni i principali rapporti e le indagini di Unioncamere/Excelsior hanno ribadito un fenomeno ormai endemico: quasi metà delle posizioni aperte in Italia non trova candidati adeguati. a maggio 2025, su 528.340 assunzioni programmate dalle imprese, il 47% dei profili ricercati è risultato difficilmente reperibile, soprattutto per mancanza di competenze tecniche e preparazione insufficiente dei candidati.
questa difficoltà di reperimento non è omogenea: le piccole imprese (fino a 49 dipendenti) assorbono il 63,3% delle nuove assunzioni e soffrono maggiormente il mismatch, mentre il settore servizi—e in particolare turistico‑ricettivo—vede 460 ingressi programmati a maggio e oltre 3.110 nel trimestre maggio‑luglio, in vista della stagione turistica estiva.
Il “mismatch” tra domanda e offerta di lavoro è dovuto a tre fattori principali:
mancanza di candidati (30% delle difficoltà),
preparazione inadeguata (13%),
altri motivi organizzativi o logistici (3%)
in un contesto in cui le imprese aumentano la domanda di lavoro (+7% rispetto a maggio 2024, +4,4% sul trimestre), la carenza di competenze rischia di frenare la crescita e generare costi aggiuntivi per formazione interna o ricorso a soluzioni esterne. ciò è particolarmente pressante nel manifatturiero e nelle costruzioni, dove 280 e 190 ingressi rispettivamente ad aprile richiedono figure specializzate.
iniziative e strumentiper contrastare il fenomeno, Unioncamere e Ministero del Lavoro insistono sulla necessità di potenziare:
percorsi formativi duali, integrando scuole e imprese;
garanzie giovanili e incentivi per l’assunzione under 35, come il Bonus Giovani e Giovani Zes in arrivo dal 16 maggio, che offre agevolazioni contributive per chi assume giovani a tempo indeterminato, soprattutto nelle ZES del Mezzogiorno.
programmi di upskilling e riqualificazione per lavoratori in settori in contrazione.
un’altra leva strategica è l’inclusione dei lavoratori con background migratorio: secondo il rapporto del Global Compact Network Italia, oggi un occupato su dieci ha origini straniere e può contribuire a colmare lacune di competenze, a condizione però di rimuovere ostacoli quali il riconoscimento dei titoli di studio esteri e il superamento delle barriere linguistiche.
prospettive e scenarise da un lato la domanda di lavoro rimane vivace—528.340 posizioni aperte a maggio e 1,7 milioni nel trimestre—dall’altro la crescita economica dell’Italia nel primo trimestre (+0,3% del pil) mostra segnali di fragilità se non si traduce in occupazione di qualità e adeguatamente formata.
nell’immediato, le imprese del comparto turistico e dei servizi dovranno investire in programmi intensivi di formazione pre-stagionale per garantire efficienza nella stagione estiva. sul medio-lungo termine, è imprescindibile una governance nazionale che coordini sistema educativo, formazione professionale e politiche attive del lavoro, puntando su digitalizzazione e tecnologie emergenti, per creare profili professionali in linea con le esigenze di un mercato in rapida evoluzione.
solo così sarà possibile ridurre il mismatch, valorizzare le risorse disponibili e trasformare la crisi di talenti in un’opportunità per rilanciare competitività e inclusione.
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