Nel 2019 sono attivi sul territorio nazionale 13.335 servizi per la prima infanzia, per un totale di 355.829 posti autorizzati al funzionamento. Il 51,6% dei posti sono all’interno di strutture a titolarità dei Comuni. L’offerta si compone dei tradizionali asili nido (81%) e delle sezioni primavera (10%); i servizi integrativi per la prima infanzia (spazi gioco, centri per bambini e genitori e servizi educativi in contesto domiciliare) contribuiscono per il 9% all’offerta complessiva. La percentuale di copertura dei posti rispetto ai bambini residenti fino a 2 anni compiuti è passata dal 24,7% dell’anno educativo 2017/2018 al 25,5%. Nonostante i segnali di miglioramento, l’offerta si conferma sotto il parametro del 33% fissato dall’Ue per sostenere la conciliazione della vita familiare e lavorativa e promuovere la maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Ancora ampio il divario tra Centro-nord e Mezzogiorno seppure le regioni del Sud registrano l’incremento più significativo rispetto all’anno precedente. A livello territoriale i livelli di copertura più alti si registrano in Valle D’Aosta (45,7%), Umbria (42,7%), Emilia Romagna (39,2%), Toscana (36,3%) e nella Provincia Autonoma di Trento (38,4%). Nel 2018 la spesa corrente impegnata dai comuni per i servizi educativi ammonta a circa 1 miliardo e 501 milioni di euro, di cui il 19,5% rimborsata dalle famiglie sotto forma di compartecipazione degli utenti. Dopo il calo registrato nel 2013-2014 e la sostanziale stabilità degli anni successivi, il 2018 registra una crescita rispetto al 2017 del 3% a livello nazionale e del 6% al Sud. In termini pro-capite, la spesa dei comuni ha continuato a crescere leggermente, anche negli anni successivi alla crisi economica, per effetto del calo demografico che ha interessato la popolazione di riferimento (bambini di età 0-2 anni). La spesa dei comuni per i servizi socio-educativi è destinata per il 97% agli asili nido e solo per il 3% ai servizi integrativi per la prima infanzia. La spesa per gli asili nido è assorbita per oltre il 90% dal funzionamento delle strutture comunali, in parte gestite direttamente e in parte affidate a terzi; il 6,5% della spesa è dato dai costi dei nidi privati convenzionati, il 2% dai contributi alle famiglie e l’1,1% viene erogato ai nidi privati non convenzionati. Negli asili nido comunali a gestione diretta la spesa media per iscritto erogata nell’anno è di 8.639 euro. La spesa dei comuni si riduce drasticamente se le strutture sono affidate in appalto a gestori privati, in media 4.914 euro per ciascun iscritto. Nei nidi privati convenzionati con i comuni la spesa media per bambino è di 3.126 euro l’anno; la spesa si riduce ulteriormente, 1.748 euro per utente, nel caso di contributi pagati direttamente dai comuni alle famiglie, che possono iscrivere il proprio figlio a strutture pubbliche o private. La quota di bambini in carico dai servizi educativi comunali o convenzionati raggiunge il 14,1%, recuperando il decremento degli agli anni precedenti.
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