Il 14 febbraio 2025, durante la Conferenza di Monaco sulla sicurezza internazionale, il vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance, ha espresso un aperto sostegno al partito tedesco di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) e ha lanciato dure critiche all'Europa, in particolare alla Germania. Le sue dichiarazioni hanno suscitato un acceso dibattito politico e diplomatico.
Sostegno all'AfD e critica ai "cordoni sanitari"
In un'intervista al Wall Street Journal, Vance ha esortato i politici tedeschi a collaborare con tutti i partiti, inclusa l'AfD, criticando la pratica dei "cordoni sanitari" che escludono determinate formazioni politiche. Ha affermato che "la democrazia si basa sul sacro principio che la voce del popolo conta. Non c'è spazio per cordoni sanitari". Queste dichiarazioni sono giunte a pochi giorni dalle elezioni in Germania, dove l'AfD è accreditata nei sondaggi al 20%, seconda solo alla CDU con il 30%.
Attacco all'Europa e alla Germania
Dal podio della conferenza, Vance ha lanciato un attacco frontale all'Europa, accusandola di ritirarsi dai suoi valori fondamentali. Ha dichiarato: "Non c'è democrazia tedesca, americana o europea che può sopravvivere quando dice a milioni di elettori che i loro pensieri e le loro preoccupazioni, le loro aspirazioni, le loro richieste non sono valide o degne di essere prese in considerazione". Ha inoltre avvertito che "se scappate per paura dei vostri stessi elettori, non c'è nulla che l'America possa fare per voi".
Incontro con la leader dell'AfD
In serata, Vance ha incontrato Alice Weidel, leader dell'AfD, in un hotel fuori dalla sede del meeting, al quale il suo partito non era stato invitato. Questo incontro ha ulteriormente evidenziato il sostegno dell'amministrazione statunitense all'AfD, suscitando reazioni contrastanti nella politica tedesca e europea.
Reazioni internazionali
Le dichiarazioni di Vance hanno provocato reazioni immediate. Il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, ha definito le parole del vicepresidente americano "inaccettabili", sottolineando che "non possiamo permettere che la nostra democrazia venga minata da influenze esterne". Anche altri leader europei hanno espresso preoccupazione per l'interferenza degli Stati Uniti nella politica interna europea e per il sostegno a movimenti di estrema destra.
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