Trump rilancia la presenza militare USA a Panama: il Canale diventa nuovo fronte geopolitico
- piscitellidaniel
- 11 apr
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Il presidente Donald Trump ha annunciato l’invio di truppe statunitensi a Panama, nel contesto di una strategia volta a contrastare l’influenza cinese sul Canale e riaffermare il ruolo degli Stati Uniti nel controllo delle rotte marittime globali.
La decisione arriva in un momento di particolare criticità per la principale infrastruttura logistica dell’America Centrale, colpita da una severa crisi dovuta alla siccità e alle limitazioni al traffico navale.L’iniziativa ha sollevato reazioni accese sul piano internazionale, alimentando nuove tensioni tra Washington e Pechino e riaprendo il dibattito sulla sovranità panamense.
Accordo tra Stati Uniti e Panama per il dispiegamento militare
L’11 aprile 2025, il segretario alla Difesa USA Pete Hegseth ha firmato un’intesa con il governo di Panama che autorizza l’accesso temporaneo e controllato a specifiche infrastrutture militari nelle aree prossime al Canale.Secondo quanto riportato dalla stampa americana, l’accordo non prevede l’apertura di nuove basi permanenti, ma autorizza attività di addestramento, missioni logistiche e “presenza strategica” in funzione preventiva.
La Casa Bianca ha spiegato che l’obiettivo dell’operazione è tutelare la sicurezza della navigazione commerciale e contrastare “operazioni ostili da parte di potenze straniere” che minaccerebbero la stabilità dell’intera regione.
Trump, nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Miami, ha dichiarato: “Il Canale di Panama è troppo importante per lasciarlo in balia di influenze ostili. È ora che l’America riprenda il controllo della sicurezza globale, anche a costo di rivedere vecchi accordi.”Il riferimento è agli storici Trattati Torrijos–Carter del 1977, che sancirono il graduale passaggio della sovranità del Canale da Washington a Panama, completato nel 1999.
L’influenza cinese e la competizione strategica sul Canale
Negli ultimi anni, la Cina ha rafforzato la propria presenza nella regione attraverso accordi commerciali, investimenti in porti e infrastrutture logistiche e il controllo di terminal strategici.A suscitare le maggiori preoccupazioni a Washington è la gestione, da parte del gruppo cinese Hutchison Ports, dei terminal portuali di Balboa e Colón, posizionati alle due estremità del Canale.
L’amministrazione americana teme che queste posizioni possano essere utilizzate da Pechino per esercitare un’influenza sul flusso del commercio globale e sul controllo delle rotte marittime.Hegseth ha affermato che “nessuna potenza ostile dovrebbe mai avere la capacità di bloccare o monitorare il passaggio di navi militari o commerciali americane in un punto così nevralgico del mondo.”Oltre il 40% del traffico containerizzato verso gli Stati Uniti transita infatti per il Canale, che rappresenta uno snodo cruciale per la logistica globale.
La crisi idrica e il rallentamento del traffico navale
L’attuale crisi che colpisce il Canale di Panama è aggravata da condizioni climatiche estreme.A causa della prolungata siccità, il livello dell’acqua nei bacini artificiali che alimentano le chiuse si è abbassato drasticamente, costringendo le autorità locali a ridurre il numero di transiti giornalieri e a limitare il pescaggio delle navi.Le compagnie di navigazione sono state costrette ad alleggerire i carichi o deviare le rotte attraverso il Canale di Suez o Capo Horn, con notevoli aumenti nei tempi e nei costi di spedizione.
In questo contesto, l’interesse americano si somma alle preoccupazioni ambientali e infrastrutturali.Trump ha affermato che “non si può permettere che la cattiva gestione, la corruzione o le interferenze straniere trasformino una risorsa globale in una crisi globale.”Il Pentagono ha già schierato una task force di ingegneri per assistere Panama nella manutenzione di emergenza delle infrastrutture idrauliche.
Reazioni a Panama e nel contesto internazionale
L’annuncio dell’intesa ha diviso l’opinione pubblica panamense.Da un lato, il governo guidato da José Raúl Mulino ha difeso l’accordo come una cooperazione bilaterale utile per “garantire la sicurezza economica del paese” e assicurare continuità al funzionamento del Canale.
Dall’altro lato, partiti dell’opposizione e organizzazioni civiche hanno denunciato l’intesa come un passo indietro rispetto alla sovranità conquistata con il passaggio del 1999, accusando il governo di cedere alle pressioni americane.
Pechino ha reagito con durezza.
Il portavoce del ministero degli Esteri ha dichiarato che “gli Stati Uniti, evocando minacce inesistenti, stanno militarizzando un territorio neutrale, minando la stabilità dell’America Latina e violando il diritto internazionale.”La Russia ha espresso solidarietà a Panama e alla Cina, condannando “la strategia unilaterale aggressiva della NATO in America Centrale.”
Le implicazioni strategiche della nuova presenza USA
Con il ritorno delle truppe statunitensi a Panama dopo oltre vent’anni, si riapre un fronte strategico di confronto tra le grandi potenze.
La mossa di Trump si inserisce in un quadro più ampio di politica estera marcatamente assertiva, che mira a riaffermare la supremazia americana su tutte le principali rotte commerciali globali.Oltre al Pacifico e all’Artico, ora anche il Canale di Panama torna a essere uno dei punti nevralgici della nuova competizione multipolare.Gli analisti sottolineano che, nei prossimi mesi, sarà cruciale osservare le reazioni degli alleati regionali degli Stati Uniti e il livello di collaborazione che effettivamente si concretizzerà tra Washington e le autorità panamensi.
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