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S&P riduce le stime di crescita per l’Italia: dazi e incertezza pesano sul PIL 2025-2026

Standard & Poor’s ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica per l’Italia, stimando un aumento del PIL dello 0,5% nel 2025 e dello 0,8% nel 2026. La decisione è motivata dall’impatto negativo dei dazi commerciali e dall’incertezza globale che frena gli investimenti e le esportazioni.


L’effetto dei dazi sulla crescita economica

L’introduzione di nuove tariffe commerciali ha colpito le esportazioni italiane, in particolare nei settori manifatturiero e agroalimentare. L’Italia è tra i Paesi europei più esposti alle conseguenze di una guerra commerciale prolungata, data la sua forte dipendenza dalle esportazioni verso gli Stati Uniti. Secondo Scope Ratings, i dazi statunitensi e le eventuali contromisure potrebbero ridurre la crescita economica dell’Italia di circa 0,5-1 punto percentuale del PIL reale nel periodo 2025-2027. 


Confindustria e l’impatto sul PIL

Il Centro Studi di Confindustria ha evidenziato che, in uno scenario di escalation protezionistica, la crescita del PIL italiano potrebbe ridursi ulteriormente, attestandosi al +0,2% nel 2025 e al +0,4% nel 2026. La stima ipotizza che l’impennata di incertezza duri per la prima metà del 2025 e non include l’effetto di ulteriori dazi e controdazi.


Le stime dell’FMI

Anche il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per l’Italia, stimando un aumento del PIL dello 0,4% nel 2025 e dello 0,8% nel 2026. Il taglio è dovuto principalmente all’imposizione di dazi e contromisure in vigore, annunciate e sospese in questi ultimi mesi. 


Prometeia e lo scenario avverso

Prometeia ha elaborato uno scenario in cui, a causa dei dazi e dell’incertezza, il PIL italiano potrebbe subire una riduzione di circa 0,6 punti percentuali nel 2025 e di 1 punto percentuale nel 2026. Lo scenario sarebbe inoltre caratterizzato da una maggiore incertezza, che porterebbe a una riduzione della formazione del reddito disponibile, a una spesa dei consumatori più cauta e a un calo del valore della ricchezza finanziaria. 


Le stime dell’Istat

L’Istat ha stimato che l’incertezza e l’aumento delle tensioni commerciali potrebbero avere un impatto negativo di 0,2 punti percentuali sul PIL italiano nel 2025 e di 0,3 punti nel 2026. L’introduzione da parte dell’amministrazione statunitense di nuove misure protezionistiche di politica commerciale ha aumentato notevolmente l’incertezza riguardo l’evoluzione del quadro macroeconomico.


EY e le prospettive di crescita

Secondo EY, la crescita del PIL reale dell’Italia sarà dello 0,4% nel 2025 e dello 0,7% nel 2026. L’impatto complessivo cumulato sul PIL italiano delle politiche protezionistiche potrebbe essere compreso tra -0,5% e -1,0% al 2027 rispetto a uno scenario senza nuove misure tariffarie.


L’importanza della diversificazione dei mercati

Scope Ratings sottolinea che la capacità dell’Italia di mitigare gli effetti negativi dei dazi statunitensi dipenderà anche dalla sua capacità di diversificare e accedere a mercati alternativi di esportazione e importazione. Date le tensioni commerciali globali, l’impiego efficiente dei fondi per la ripresa dell’UE da parte dell’Italia diventa ancora più importante per sostenere la crescita economica interna.

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