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Roma, scontri e tensioni durante la protesta contro il Decreto Sicurezza

Il 4 aprile 2025, Roma è stata teatro di una manifestazione contro il Decreto Sicurezza, culminata in scontri tra manifestanti e forze dell'ordine. La protesta, organizzata dalla Rete Nazionale No Ddl Sicurezza - A Pieno Regime, ha visto la partecipazione di numerosi cittadini, studenti, sindacati e rappresentanti politici dell'opposizione.


La manifestazione e gli scontri

La manifestazione si è svolta in piazza della Rotonda, di fronte al Pantheon, dove i partecipanti hanno espresso il loro dissenso nei confronti del Decreto Sicurezza, approvato dal Consiglio dei Ministri. Durante il presidio, un gruppo di manifestanti ha tentato di dirigersi verso Palazzo Chigi, superando i blocchi delle forze dell'ordine. Ne sono scaturiti momenti di tensione, con lanci di bottiglie e fumogeni da parte dei manifestanti e cariche di alleggerimento da parte della polizia. Due agenti sono rimasti feriti: uno colpito al fianco da un oggetto lanciato e l'altro da un fumogeno. 


Le reazioni politiche

La manifestazione ha visto la partecipazione di esponenti di vari partiti di opposizione, tra cui il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e +Europa. Francesco Boccia (PD) ha definito il decreto come un esempio di "populismo penale che piega il Parlamento", mentre Angelo Bonelli (AVS) ha parlato di "golpe". Le senatrici del M5S Aida Lopreiato, Elisa Pirro ed Elena Sironi hanno espresso preoccupazione per le limitazioni alle libertà civili introdotte dal provvedimento. 


Contenuti del Decreto Sicurezza

Il Decreto Sicurezza introduce una serie di misure volte a rafforzare l'ordine pubblico e la tutela delle forze dell'ordine. Tra le principali disposizioni:

  • Introduzione del reato di "rivolta" e punizione della "resistenza passiva" durante le manifestazioni.

  • Pene più severe per chi provoca danni durante le manifestazioni, con reclusione da 1 anno e 6 mesi a 5 anni e multe fino a 15.000 euro.

  • Estensione del Daspo urbano, con possibilità per il Questore di vietare l'accesso a determinate zone a chi è stato denunciato o condannato nei 5 anni precedenti.

  • Anticipo delle spese legali fino a 10.000 euro per agenti di pubblica sicurezza indagati per atti compiuti in servizio.

  • Introduzione del reato di occupazione arbitraria, con pene da 2 a 7 anni di reclusione.

  • Divieto di vendita di SIM telefoniche a stranieri senza permesso di soggiorno.

  • Equiparazione della cannabis light a quella stupefacente, con divieto di commercio, lavorazione ed esportazione.

  • Criminalizzazione dei sit-in su binari ferroviari, strade e autostrade, con pene da 6 mesi a 2 anni di reclusione.

  • Aggravanti per reati commessi in prossimità di stazioni, metropolitane o treni. 


Critiche e preoccupazioni

Le misure introdotte dal Decreto Sicurezza hanno suscitato preoccupazioni tra le organizzazioni per i diritti umani e la società civile. Amnesty International ha espresso timori riguardo all'impatto negativo del decreto sui diritti umani, in particolare sulla libertà di espressione e di protesta pacifica. La Cgil ha definito il provvedimento "un'azione antidemocratica" che limita il diritto costituzionale a manifestare. 


Le dichiarazioni del governo

La premier Giorgia Meloni ha difeso il Decreto Sicurezza, sottolineando l'importanza di fornire tutela legale alle forze dell'ordine. Ha dichiarato che gli agenti di polizia e i militari indagati per fatti inerenti al servizio potranno continuare a lavorare e lo Stato sosterrà le loro spese legali fino a un massimo di 10.000 euro per ogni fase del procedimento. 


Prospettive future

La situazione rimane tesa, con la possibilità di ulteriori manifestazioni e proteste contro il Decreto Sicurezza. La società civile e le opposizioni continuano a esprimere preoccupazione per le implicazioni del provvedimento sui diritti fondamentali e sulla democrazia nel paese.

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