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Referendum dell’8 e 9 giugno: la sfida del quorum tra mobilitazione e astensionismo

L’8 e il 9 giugno 2025, gli italiani saranno chiamati a esprimersi su cinque quesiti referendari abrogativi, quattro dei quali riguardano il lavoro e uno la cittadinanza. La validità di questi referendum è subordinata al raggiungimento del quorum, ovvero la partecipazione di almeno il 50% più uno degli aventi diritto al voto. Il dibattito politico si concentra sull’affluenza, con campagne che mirano sia a incentivare la partecipazione sia a promuovere l’astensione.


I quesiti referendari

I cinque referendum abrogativi in programma toccano temi sensibili:

  • Lavoro: quattro quesiti proposti dalla CGIL mirano a modificare norme relative ai licenziamenti, ai contratti a termine, alla sicurezza sul lavoro e alla rappresentanza sindacale.

  • Cittadinanza: un quesito propone di abrogare la legge che prevede un periodo di residenza di dieci anni per ottenere la cittadinanza italiana, riducendolo a cinque.


Questi temi hanno suscitato un ampio dibattito pubblico, con posizioni divergenti tra partiti politici, sindacati e organizzazioni della società civile.


Il quorum: ostacolo o stimolo?

Il quorum rappresenta una soglia cruciale per la validità dei referendum abrogativi. Dal 1946 al 2022, su 78 referendum, il quorum è stato raggiunto in 39 occasioni, mentre in 28 non è stato superato . L'ultima tornata referendaria del 2022 ha visto un'affluenza inferiore al 21%, rendendo nulli i risultati.


Il raggiungimento del quorum è quindi una sfida significativa, soprattutto in un contesto di crescente disaffezione politica e astensionismo.


Sondaggi e previsioni

I sondaggi recenti indicano una partecipazione prevista tra il 29% e il 39%, ben al di sotto della soglia necessaria per la validità dei referendum . Questi dati evidenziano la difficoltà di mobilitare l'elettorato su temi specifici, nonostante l'importanza delle questioni in gioco.


Le posizioni dei partiti

Le forze politiche si sono schierate in modo variegato:


  • Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia: hanno adottato una strategia di astensione, invitando i propri elettori a non partecipare al voto per impedire il raggiungimento del quorum.

  • Partito Democratico e Movimento 5 Stelle: pur con alcune differenze interne, sostengono i referendum, in particolare quello sulla cittadinanza.


  • Italia Viva e Azione: si sono espressi contro i referendum, ritenendoli strumenti inadeguati per affrontare le questioni sollevate.


Queste posizioni riflettono le diverse strategie politiche in vista delle consultazioni, con un'attenzione particolare all'impatto sull'opinione pubblica e sul consenso elettorale.


La mobilitazione della società civile

Numerose organizzazioni della società civile, tra cui la CGIL, hanno lanciato campagne per incentivare la partecipazione al voto. Eventi pubblici, manifestazioni e appelli di personalità del mondo della cultura e dello spettacolo mirano a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza dei referendum e sulla necessità di superare il quorum.


Queste iniziative cercano di contrastare l'astensionismo e di promuovere una maggiore consapevolezza civica.


Il ruolo dell'informazione

La copertura mediatica dei referendum è stata oggetto di critiche da parte dei promotori, che lamentano una scarsa attenzione da parte dei principali mezzi di comunicazione. L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha richiamato le emittenti televisive e radiofoniche a garantire un'informazione corretta, imparziale e completa sui quesiti referendari.


L'accesso a un'informazione adeguata è considerato fondamentale per permettere ai cittadini di esprimere un voto consapevole.

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