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Pensioni: le strette degli ultimi emendamenti alla manovra

Luca Brivio

Lunedì 11, la Commissione Bilancio del Senato dovrebbe proporre alcuni emendamenti alla manovra fiscale, riguardanti le pensioni. La stretta sarà principalmente sui pensionamenti anticipati: in un paese che invecchia come il nostro, è naturale che l'età pensionabile debba alzarsi per compensare la mancanza di giovani.

La stretta colpirà chi sceglie di andare in pensione con la possibilità di uscita a 42 anni e 10 mesi dall'inizio del pagamento dei contributi.

Altra stretta potrebbe colpire, al contrario, i medici che non utilizzano i canali di uscita previsti dalla legge: per ogni mese di lavoro aggiuntivo, la pensione si ridurrà di un trentaseiesimo; un altro emendamento prevede invece la possibilità per i medici di chiedere di continuare a lavorare anche dopo i 40 anni di servizio, fermo restando il limite dei 70 anni di età. Inoltre, il limite del pensionamento per anzianità lavorativa aumenterà nei prossimi anni per queste categorie di lavoratori: un mese per chi maturerà i requisiti nel 2025, due mesi nel 2026, 4 mesi nel 2027 e 6 mesi nel 2028.

Il problema più grande del nostro Paese è la mancanza di giovani e l'elevatissima speranza di vita: un cittadino adulto vive in media oltre 82 anni, e in diverse province e regioni i pensionati sono più numerosi dei lavoratori, mentre dovrebbero essercene meno: un rapporto sano, secondo Pasquale Tridico, presidente dell'Inps, un rapporto sano sarebbe quello di 1,5 lavoratori per pensionato, ma purtroppo siamo molto sotto a livello nazionale, e a livello locale alcune province hanno meno di 0,8 lavoratori per pensionato.


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