Lunedì 11, la Commissione Bilancio del Senato dovrebbe proporre alcuni emendamenti alla manovra fiscale, riguardanti le pensioni. La stretta sarà principalmente sui pensionamenti anticipati: in un paese che invecchia come il nostro, è naturale che l'età pensionabile debba alzarsi per compensare la mancanza di giovani.
La stretta colpirà chi sceglie di andare in pensione con la possibilità di uscita a 42 anni e 10 mesi dall'inizio del pagamento dei contributi.
Altra stretta potrebbe colpire, al contrario, i medici che non utilizzano i canali di uscita previsti dalla legge: per ogni mese di lavoro aggiuntivo, la pensione si ridurrà di un trentaseiesimo; un altro emendamento prevede invece la possibilità per i medici di chiedere di continuare a lavorare anche dopo i 40 anni di servizio, fermo restando il limite dei 70 anni di età. Inoltre, il limite del pensionamento per anzianità lavorativa aumenterà nei prossimi anni per queste categorie di lavoratori: un mese per chi maturerà i requisiti nel 2025, due mesi nel 2026, 4 mesi nel 2027 e 6 mesi nel 2028.
Il problema più grande del nostro Paese è la mancanza di giovani e l'elevatissima speranza di vita: un cittadino adulto vive in media oltre 82 anni, e in diverse province e regioni i pensionati sono più numerosi dei lavoratori, mentre dovrebbero essercene meno: un rapporto sano, secondo Pasquale Tridico, presidente dell'Inps, un rapporto sano sarebbe quello di 1,5 lavoratori per pensionato, ma purtroppo siamo molto sotto a livello nazionale, e a livello locale alcune province hanno meno di 0,8 lavoratori per pensionato.
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