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Morti sul lavoro in aumento: a gennaio 45 decessi secondo i dati Inail

Nel mese di gennaio 2025, l'Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (Inail) ha registrato un incremento significativo delle denunce di decessi sul lavoro, con 45 casi segnalati, rispetto ai 33 dello stesso periodo dell'anno precedente, evidenziando un aumento del 36,4%. Questo dato conferma un trend preoccupante che vede ancora troppi lavoratori perdere la vita durante lo svolgimento delle loro mansioni o nel tragitto casa-lavoro.


Le denunce di infortunio in occasione di lavoro con esito mortale, escludendo gli studenti, sono state 45, 12 in più rispetto alle 33 registrate a gennaio 2024. Le denunce di infortuni in itinere con esito mortale, sempre escludendo gli studenti, sono state 14, due in più rispetto alle 12 registrate a inizio dell'anno scorso. A questi numeri si aggiunge un totale complessivo di infortuni denunciati che, seppur in leggero calo, rimane significativo.


Nel dettaglio, si è osservata una lieve diminuzione delle denunce di infortuni sul lavoro non mortali. A gennaio 2025, le denunce di infortunio in occasione di lavoro, escludendo gli studenti, presentate all'Inail sono state 30.090, in diminuzione dell'1,2% rispetto alle 30.454 del primo mese del 2024. La riduzione riguarda principalmente la componente maschile, che segna un -3,6% (da 20.278 a 19.550 casi), mentre quella femminile aumenta del 3,6% (da 10.176 a 10.540). Gli infortuni in itinere, ossia quelli occorsi nel tragitto di andata e ritorno tra l'abitazione e il posto di lavoro, denunciati all'Inail entro gennaio, sono stati 5.424, in calo del 2,9% rispetto ai 5.584 del primo mese del 2024.


Le patologie di origine professionale denunciate a gennaio 2025 sono state 6.587, registrando un aumento del 5,9% rispetto allo stesso periodo del 2024. Questo incremento segnala un'attenzione crescente alla tutela della salute nei luoghi di lavoro, con una maggiore consapevolezza da parte dei lavoratori nel segnalare disturbi derivanti dall’attività professionale.


Analizzando l'incidenza degli infortuni sul mercato del lavoro, rapportando il numero degli infortuni denunciati in occasione di lavoro al numero degli occupati rilevati mensilmente dall'Istat, emerge un calo della frequenza degli infortuni nel tempo. Nel gennaio 2019 si registravano 155 denunce di infortunio in occasione di lavoro ogni 100.000 occupati, mentre nel gennaio 2025 il dato è sceso a 124, segnando una riduzione del 19,6%. Rispetto a gennaio 2024, la riduzione è del 3,3% (da 128 a 124).


La distribuzione geografica dei casi mostra che le regioni con il maggior numero di denunce di infortuni mortali sono quelle con un alto livello di attività industriale e manifatturiera. In particolare, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto continuano a registrare il numero più elevato di infortuni sul lavoro, con una maggiore incidenza nei settori dell’edilizia, della logistica e della metalmeccanica. Il settore delle costruzioni si conferma tra i più colpiti, con un numero di incidenti elevato dovuto ai rischi connessi all’uso di macchinari pesanti, ai lavori in quota e alla scarsa applicazione di misure di sicurezza in alcuni cantieri.


I settori della logistica e dei trasporti restano anch'essi tra i più critici, con un alto numero di incidenti stradali che coinvolgono lavoratori durante le loro attività di consegna e movimentazione delle merci. Anche il comparto agricolo registra un’incidenza significativa di infortuni, spesso legati all’uso di macchinari obsoleti e alla mancanza di adeguati dispositivi di protezione individuale.


Dal punto di vista delle fasce d’età coinvolte, i lavoratori più giovani e quelli prossimi alla pensione risultano tra le categorie più esposte agli infortuni. I più giovani spesso si trovano in condizioni di precarietà lavorativa o hanno poca esperienza nella gestione dei rischi, mentre i lavoratori più anziani possono essere più vulnerabili a incidenti dovuti a minore reattività fisica o a condizioni di lavoro logoranti.


L’analisi dei dati sottolinea la necessità di rafforzare le misure di prevenzione e di sicurezza sul lavoro, con un maggiore controllo delle aziende e un incremento degli investimenti in formazione per i lavoratori. Le ispezioni nei luoghi di lavoro e le sanzioni per le aziende che non rispettano le normative di sicurezza rimangono strumenti essenziali per ridurre il numero di incidenti, mentre l’adozione di nuove tecnologie per il monitoraggio dei rischi potrebbe rappresentare un ulteriore passo avanti nella tutela della salute dei lavoratori.


A fronte dell'aumento dei decessi, il dibattito politico e sindacale torna a concentrarsi sulla necessità di riformare le normative sulla sicurezza sul lavoro, rendendo obbligatori controlli più stringenti e introducendo incentivi per le imprese che investono in sicurezza e prevenzione. Alcuni sindacati hanno già chiesto un intervento urgente del governo per rafforzare il quadro normativo e destinare più risorse agli enti di controllo come l’Ispettorato Nazionale del Lavoro e l’Inail.


L’evoluzione di questi dati nei prossimi mesi sarà determinante per comprendere se le misure adottate dalle istituzioni e dalle aziende siano efficaci nel ridurre il numero di infortuni e decessi sul lavoro, o se sarà necessario introdurre ulteriori provvedimenti per garantire un ambiente lavorativo più sicuro.

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