Meloni difende la legge sulla cittadinanza e invita all'astensione: "Contrarissima a dimezzare i tempi"
- piscitellidaniel
- 5 giu
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La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ribadito la sua posizione contraria alla modifica della legge sulla cittadinanza, in particolare alla proposta di ridurre da dieci a cinque anni il periodo di residenza legale richiesto per ottenere la cittadinanza italiana. In un'intervista rilasciata a New York, Meloni ha dichiarato: "Ritengo che 10 anni siano un tempo congruo per la cittadinanza e che l'Italia abbia una ottima legge al riguardo. Non vedo quindi la necessità di cambiarla".
Il referendum sulla cittadinanza
Il dibattito si inserisce nel contesto del referendum abrogativo previsto per l'8 e 9 giugno 2025, che propone di modificare la legge n. 91 del 1992, riducendo da dieci a cinque anni il periodo di residenza legale in Italia necessario per richiedere la cittadinanza. La proposta mira a facilitare l'integrazione di circa 2,5 milioni di persone, tra cui molti giovani nati e cresciuti in Italia da genitori stranieri.
La posizione del governo e l'invito all'astensione
Il governo, guidato da Fratelli d'Italia, ha espresso una posizione contraria alla modifica della legge sulla cittadinanza, invitando gli elettori all'astensione dal voto referendario. Meloni ha sottolineato che l'astensione è un diritto democratico e ha dichiarato: "Sono contrarissima a dimezzare i tempi per la cittadinanza".
Le reazioni delle opposizioni e della società civile
La proposta di referendum ha suscitato un ampio dibattito politico e sociale. Partiti come +Europa, il Partito Socialista Italiano, i Radicali Italiani e Rifondazione Comunista, insieme a numerose associazioni della società civile, sostengono la modifica della legge, ritenendo che l'attuale normativa sia obsoleta e non rispecchi la realtà di molti cittadini stranieri integrati nella società italiana.
Il dibattito all'interno della maggioranza
All'interno della maggioranza di governo, non mancano le divergenze. La Lega ha espresso critiche al "pacchetto cittadinanza" proposto dal ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, che mira a limitare lo ius sanguinis e a evitare abusi. I deputati leghisti hanno preannunciato "doverosi correttivi" in Parlamento, sottolineando l'importanza di tutelare i diritti dei discendenti degli italiani emigrati all'estero.
La questione del quorum
Perché il referendum sia valido, è necessario che si rechi alle urne almeno il 50% più uno degli aventi diritto al voto. L'invito all'astensione da parte del governo potrebbe influenzare significativamente il raggiungimento del quorum, rendendo incerta l'efficacia del referendum stesso.
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