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La maggioranza prepara il nuovo decreto sicurezza: più poteri agli agenti, norme su sfratti e ricongiungimenti familiari

Il governo lavora a un nuovo decreto sicurezza che punta a ridefinire l’impianto delle politiche di ordine pubblico e di immigrazione, introducendo misure più rigide e una maggiore centralizzazione dei poteri di intervento. Il testo, ancora in fase di elaborazione, nasce dall’intesa tra i principali partiti della maggioranza e si concentra su tre assi principali: il rafforzamento delle prerogative delle forze di polizia, l’inasprimento delle regole sui ricongiungimenti familiari dei cittadini stranieri e la riorganizzazione delle procedure di sfratto con l’obiettivo di garantire tempi più rapidi e maggiore tutela per la sicurezza urbana.


La nuova iniziativa legislativa rappresenta una tappa importante della strategia di sicurezza nazionale promossa dal Ministero dell’Interno. L’obiettivo dichiarato è quello di fornire agli agenti strumenti più efficaci per contrastare situazioni di degrado urbano, microcriminalità e occupazioni abusive. Secondo la bozza preliminare, gli operatori delle forze dell’ordine potranno disporre di nuovi poteri in materia di ordine pubblico, tra cui la possibilità di eseguire controlli preventivi in aree a rischio e di intervenire più rapidamente in caso di disordini o manifestazioni non autorizzate.


Una delle novità più discusse riguarda la gestione degli sfratti e delle occupazioni. Il decreto dovrebbe introdurre una procedura semplificata per il recupero degli immobili occupati, soprattutto quelli appartenenti a enti pubblici o utilizzati per finalità sociali. L’obiettivo è garantire che l’esecuzione degli sfratti avvenga in tempi certi, con un coordinamento più stretto tra autorità giudiziaria, prefetture e forze di polizia. Nei casi considerati di “emergenza abitativa”, il provvedimento prevede l’attivazione di un meccanismo di tutela per le famiglie in difficoltà, che potranno essere temporaneamente assistite dai servizi sociali o destinate a strutture abitative alternative, senza bloccare l’esecuzione dell’atto giudiziario.


Sul fronte dell’immigrazione, il testo in preparazione introduce modifiche ai criteri di accesso ai ricongiungimenti familiari, con l’obiettivo di limitare i casi di irregolarità e di garantire un maggiore controllo sulla documentazione presentata. In particolare, sarà previsto un monitoraggio più stringente dei requisiti economici e abitativi richiesti per il rilascio del permesso, oltre all’obbligo di verifiche consolare più approfondite nei paesi di origine. La ratio del provvedimento è quella di rafforzare il principio della legalità e di prevenire abusi nel sistema delle richieste di ricongiungimento.


Il decreto prevede inoltre un aggiornamento delle norme in materia di espulsioni e trattenimento degli stranieri irregolari. Il periodo massimo di permanenza nei centri di permanenza per i rimpatri sarà uniformato ai nuovi standard europei, con l’introduzione di strutture dedicate nelle aree di frontiera e nei porti principali. Il Ministero dell’Interno intende potenziare la collaborazione con i paesi di provenienza, rafforzando gli accordi bilaterali per i rimpatri volontari e assistiti, e migliorando le procedure di identificazione degli stranieri privi di documenti.


Per quanto riguarda la sicurezza urbana, il provvedimento introduce la figura del “referente di zona”, un agente con funzioni di collegamento diretto tra le forze dell’ordine e i cittadini. Il suo compito sarà quello di monitorare il territorio, raccogliere segnalazioni e coordinare le azioni di prevenzione in collaborazione con le amministrazioni comunali. Le prefetture avranno un ruolo centrale nel coordinamento delle attività di sicurezza, con la possibilità di attivare task force specifiche nei comuni che presentano criticità legate a degrado, criminalità minorile o immigrazione irregolare.


Una parte del decreto affronta anche il tema della protezione degli agenti e del riconoscimento delle loro condizioni di lavoro. Verranno introdotte nuove misure di tutela legale per chi, nell’esercizio delle proprie funzioni, si trova coinvolto in procedimenti giudiziari per l’uso legittimo della forza. Saranno previsti, inoltre, fondi aggiuntivi per la formazione e l’aggiornamento professionale, con particolare attenzione alle tecniche di gestione delle situazioni di emergenza e al rispetto dei diritti fondamentali.


Sul piano politico, il nuovo decreto sicurezza rappresenta un terreno di equilibrio tra le diverse sensibilità presenti nella maggioranza. Le forze più rigoriste spingono per un inasprimento delle pene nei confronti degli autori di reati legati a disordini pubblici e occupazioni abusive, mentre l’ala più moderata insiste sulla necessità di mantenere un approccio pragmatico che tenga conto delle implicazioni sociali delle nuove misure. Le prime reazioni dell’opposizione evidenziano preoccupazioni sul rischio di una compressione delle garanzie individuali e chiedono che il Parlamento possa intervenire per bilanciare le nuove disposizioni con i principi costituzionali.


Il testo definitivo del decreto, atteso per le prossime settimane, dovrà passare al vaglio del Consiglio dei ministri e successivamente essere trasmesso alle Camere per la conversione in legge. L’esecutivo intende presentarlo come un pilastro della propria politica di sicurezza e come una risposta concreta alle richieste di maggiore controllo e legalità espresse dall’opinione pubblica. Il dibattito politico si preannuncia intenso, in un momento in cui il tema della sicurezza è tornato al centro dell’agenda nazionale e costituisce una delle principali linee di identità dell’attuale maggioranza di governo.

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