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Israele sospende gli aiuti umanitari a Gaza mentre Hamas rifiuta il piano di tregua

piscitellidaniel

Aggiornamento: 4 mar

La situazione nella Striscia di Gaza continua a peggiorare, con Israele che ha deciso di sospendere l’ingresso degli aiuti umanitari attraverso il valico di Rafah e di Kerem Shalom. Questa mossa è arrivata in un momento critico, mentre Hamas ha rifiutato il piano di tregua proposto dagli Stati Uniti e da altri mediatori internazionali. La crisi umanitaria nella regione si aggrava ulteriormente, con migliaia di persone che dipendono dagli aiuti per la sopravvivenza.


La sospensione degli aiuti e le motivazioni di Israele

Israele ha giustificato la decisione di bloccare gli aiuti con la necessità di garantire la sicurezza dei convogli umanitari e di evitare che risorse destinate alla popolazione civile possano finire nelle mani di Hamas. Il governo di Tel Aviv accusa il gruppo armato di interferire con la distribuzione degli aiuti e di utilizzarli per rafforzare la propria rete militare.


I valichi di Kerem Shalom e Rafah rappresentano le uniche vie di accesso per il trasporto di beni essenziali, tra cui cibo, acqua e medicinali. La loro chiusura rischia di aggravare una situazione già estremamente critica, con le agenzie umanitarie che avvertono del pericolo imminente di carestia e collasso sanitario nella Striscia di Gaza.


Secondo le Nazioni Unite, il flusso di aiuti umanitari era già insufficiente rispetto alle necessità della popolazione, e questa nuova restrizione potrebbe avere conseguenze devastanti per centinaia di migliaia di civili.


Hamas rifiuta il piano di tregua

Parallelamente alla crisi umanitaria, i negoziati per una tregua hanno subito una battuta d’arresto. Hamas ha respinto il piano di cessate il fuoco proposto dagli Stati Uniti e sostenuto da Egitto e Qatar, sostenendo che non garantisce un ritiro totale delle forze israeliane da Gaza né una soluzione politica a lungo termine.


Il piano prevedeva una tregua temporanea di diverse settimane, il rilascio di ostaggi israeliani e la graduale apertura di corridoi umanitari per alleviare la crisi nella Striscia. Tuttavia, Hamas ha ritenuto che la proposta non fosse sufficiente a soddisfare le proprie richieste, in particolare per quanto riguarda la revoca del blocco su Gaza e il riconoscimento di una governance palestinese autonoma.


Israele, da parte sua, ha ribadito che non accetterà alcun accordo che non preveda la totale smilitarizzazione di Hamas e che le operazioni militari continueranno fino a quando il gruppo non sarà definitivamente neutralizzato.


Il peggioramento della crisi umanitaria

Le organizzazioni internazionali hanno lanciato un nuovo allarme per la popolazione civile, che sta affrontando una delle peggiori crisi umanitarie degli ultimi decenni. Secondo l’ONU, oltre un milione di persone sono sfollate, molte senza accesso a cibo, acqua potabile e cure mediche adeguate.


La sospensione degli aiuti rischia di portare a una catastrofe umanitaria su larga scala, con il rischio di diffusione di malattie e un aumento esponenziale della malnutrizione tra bambini e anziani.


Gli Stati Uniti e l’Unione Europea stanno intensificando le pressioni su Israele affinché riapra immediatamente i corridoi umanitari, mentre la comunità internazionale cerca di rilanciare il negoziato per una tregua duratura. Tuttavia, con entrambe le parti che mantengono posizioni intransigenti, una soluzione sembra ancora lontana.

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