top of page
Jlc news - blu.png

Irlanda di fronte alla minaccia di una guerra commerciale USA-UE: rischi e implicazioni per l'economia celtica

L'Irlanda, spesso celebrata come la "Tigre Celtica" per la sua rapida crescita economica, si trova ora ad affrontare una potenziale crisi a causa delle crescenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea. L'amministrazione del presidente Donald Trump ha minacciato l'imposizione di dazi significativi sulle importazioni europee, una mossa che potrebbe avere conseguenze particolarmente gravi per l'economia irlandese, fortemente integrata con il mercato statunitense.​


Dipendenza economica dall'export verso gli USA

L'Irlanda vanta un surplus commerciale significativo con gli Stati Uniti. Nel 2024, le esportazioni irlandesi verso gli USA hanno raggiunto i 72,6 miliardi di euro, registrando un aumento del 34% rispetto all'anno precedente, mentre il surplus commerciale si è attestato a 50,1 miliardi di euro. Questo rende gli Stati Uniti uno dei principali partner commerciali dell'Irlanda, con settori chiave come quello farmaceutico, tecnologico e dei dispositivi medici che guidano le esportazioni. ​


Minacce di dazi e accuse di concorrenza sleale

Durante un incontro alla Casa Bianca con il primo ministro irlandese Micheál Martin, il presidente Trump ha accusato l'Irlanda di aver "portato via le aziende americane" attraverso politiche fiscali vantaggiose, sottolineando che "i dazi reciproci stanno per arrivare". Queste dichiarazioni evidenziano la crescente frustrazione dell'amministrazione USA nei confronti delle pratiche fiscali irlandesi, percepite come dannose per l'economia statunitense. ​


Proiezioni economiche preoccupanti

Uno studio congiunto del governo irlandese e dell'Economic and Social Research Institute (ESRI) ha delineato scenari allarmanti in caso di escalation della guerra commerciale. Se gli Stati Uniti imponessero dazi del 25% su tutte le importazioni dall'UE, il PIL irlandese potrebbe contrarsi del 3,7% nei prossimi 5-7 anni, traducendosi in una perdita economica di circa 18,4 miliardi di euro. Inoltre, si stima che tra 50.000 e 80.000 posti di lavoro potrebbero essere a rischio, colpendo duramente settori chiave dell'economia. ​


Settori maggiormente esposti

L'industria farmaceutica, con aziende come Pfizer ed Eli Lilly operanti in Irlanda, potrebbe subire gravi ripercussioni. Allo stesso modo, il settore delle bevande alcoliche potrebbe affrontare dazi fino al 200%, compromettendo le esportazioni di prodotti emblematici come il whiskey irlandese. Questi sviluppi minacciano non solo l'occupazione, ma anche le entrate fiscali derivanti da questi settori.


Reazioni delle autorità irlandesi

Il ministro delle Finanze irlandese, Paschal Donohoe, ha espresso profonda preoccupazione riguardo alle potenziali perdite occupazionali e all'impatto sull'economia nazionale. Parallelamente, il ministro del Commercio, Peter Burke, ha respinto le accuse statunitensi di "frode fiscale", sottolineando l'adeguamento dell'Irlanda alla nuova aliquota fiscale globale del 15%. ​


Posizione della Banca Centrale Irlandese

Gabriel Makhlouf, governatore della Banca Centrale d'Irlanda, ha evidenziato l'incertezza e la volatilità che caratterizzano l'attuale scenario economico, rendendo complessa qualsiasi previsione. Ha inoltre sottolineato la necessità per la Banca Centrale Europea di procedere con cautela nelle decisioni sui tassi d'interesse, data la crescente incertezza globale. ​


Strategie dell'Unione Europea

In risposta alle minacce statunitensi, la Commissione Europea ha deciso di posticipare l'introduzione di dazi di ritorsione, inizialmente previsti per il 2 aprile, al fine di concedere più tempo alle negoziazioni con l'amministrazione Trump e scongiurare una guerra commerciale. Questa mossa mira a trovare una soluzione diplomatica, evitando un'escalation che potrebbe danneggiare entrambe le economie.

Post correlati

Mostra tutti

Comments


Le ultime notizie

bottom of page