Imprese italiane tra segnali di ripresa e persistenti incertezze: il quadro di aprile 2025 secondo il Centro Studi Confindustria
- piscitellidaniel
- 1 giorno fa
- Tempo di lettura: 3 min
Fatturato in lieve ripresa, ma il primo trimestre resta negativo
Ad aprile 2025, le imprese italiane mostrano un cauto ottimismo, con una leggera ripresa del fatturato. Secondo l'indice RTT (Real Time Turnover) del Centro Studi Confindustria (CSC), basato sui dati di un campione di imprese clienti di TeamSystem, a marzo si è registrato un calo dell'1,1%, seguito da una flessione più marcata a febbraio. Nel complesso, il primo trimestre del 2025 ha visto una diminuzione del fatturato del 2,6%, con riduzioni nei settori dei servizi e dell'industria, mentre le costruzioni hanno mostrato una crescita.
Clima di fiducia ancora fragile tra le grandi imprese
Nonostante i segnali positivi, il clima di fiducia tra le grandi imprese rimane debole. L'indagine rapida sulla produzione industriale del CSC, condotta ad aprile tra le imprese di grandi dimensioni associate a Confindustria, evidenzia aspettative in peggioramento rispetto al mese precedente. Solo il 21,4% degli intervistati prevede un aumento della produzione, mentre il 26,8% teme una diminuzione. La maggioranza, il 51,8%, si aspetta una stabilità.
Produzione industriale e investimenti in calo
La produzione industriale ha subito un calo dello 0,9% a febbraio, dopo un rimbalzo del 2,5% a gennaio. La variazione acquisita nel primo trimestre è positiva dello 0,4% dopo cinque trimestri in calo. Tuttavia, l'indice RTT indica un calo profondo del fatturato a febbraio, e il PMI segnala una flessione a marzo (46,6 da 47,4). Il CSC sottolinea che il clima di fiducia si è deteriorato per il secondo mese consecutivo, scendendo sotto la media del 2024, con un aumento dell'incertezza di politica economica che frena le scelte di investimento delle imprese.
Impatto dei dazi e prospettive economiche
Il CSC avverte che l'industria italiana, già alle prese con una debolezza prolungata, rischia una crisi strutturale a causa dei nuovi dazi e dell'incertezza economica. Secondo una simulazione, dazi e incertezza potrebbero causare una minore crescita dello 0,3% del PIL italiano nel 2025-2026, a causa di una più bassa dinamica dell'export di beni (-1,2%) e degli investimenti in macchinari (-0,4%). Confindustria chiede di evitare una ritorsione tariffaria UE sugli acquisti dagli USA, che impatterebbe sui prezzi e sulla fiducia di famiglie e imprese, con un'ulteriore frenata del PIL.
Stime di crescita modeste per il 2025
Il CSC prevede una crescita del PIL italiano dello 0,6% nel 2025, in linea con la crescita modesta del 2024 (+0,7%). Questa bassa dinamica è dovuta in parte a un'eredità statistica debole e all'impatto dei dazi imposti dagli USA. La crescita dell'economia italiana potrebbe riprendere slancio solo nel 2026, con una previsione di crescita dell'1,0%. Il proseguimento del taglio dei tassi della BCE e l'implementazione del PNRR avranno un impatto positivo nel biennio 2025-2026.
Consumi e reddito delle famiglie
Nel quarto trimestre del 2024, il reddito reale delle famiglie ha subito una correzione al ribasso dello 0,6%, limitando l'espansione annua all'1,2%. La quota di risparmio è scesa verso valori pre-pandemia (8,5% da 9,1%), favorendo i consumi. Tuttavia, a inizio 2025, gli indicatori sono negativi: a febbraio le vendite al dettaglio sono rimaste ferme (+0,1% gli alimentari), e a marzo è caduta la fiducia delle famiglie.
Settore dei servizi in frenata
Il turismo ha iniziato bene il 2025, con un aumento del 7,1% annuo a gennaio nella spesa dei viaggiatori stranieri. Tuttavia, gli altri indicatori per i servizi sono negativi: a febbraio, l'indice RTT segnala un forte calo del fatturato del settore; a marzo, l'HCOB-PMI indica un'espansione più moderata (52,0 da 53,0); la fiducia delle imprese si è ridotta in ciascuno dei primi tre mesi del 2025.
Commentaires