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Il divario nella lettura tra Nord e Sud Italia: analisi delle cause e delle possibili soluzioni

La lettura in Italia continua a essere un'attività fortemente condizionata dal contesto geografico. Secondo uno studio condotto da Pepe Research e presentato a Napoli dall'Associazione Italiana Editori (AIE), nelle otto regioni del Mezzogiorno – Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna – il numero di lettori resta significativamente inferiore rispetto al Centro-Nord, con un divario calcolato in 15 punti percentuali.


Nel Meridione il 62% dei cittadini sopra i 15 anni legge libri a stampa, ebook o ascolta audiolibri, contro il 77% del Centro-Nord e una media nazionale del 72%. La distanza si misura anche nei dati relativi alle vendite: nel Sud e nelle Isole, dove vive il 34% della popolazione italiana, viene acquistato meno del 20% dei libri venduti in Italia.


A incidere su questo squilibrio sono soprattutto le infrastrutture culturali. Il numero di librerie presenti nel Sud è del 25% inferiore, in proporzione alla popolazione, rispetto al Centro-Nord. Nel Centro-Nord si registra una libreria ogni 15.730 abitanti, mentre nel Sud e nelle Isole il rapporto si allunga fino a una ogni 20.880 persone. In molte zone, specialmente interne o periferiche, le librerie sono completamente assenti, rendendo difficile l’accesso al libro come oggetto fisico.


Anche le biblioteche soffrono di un’inadeguatezza strutturale che penalizza l’offerta culturale pubblica. Nonostante la loro presenza sul territorio meridionale, molte biblioteche mancano di patrimonio librario aggiornato, strutture idonee e personale qualificato. Il risultato è che i prestiti bibliotecari per abitante sono inferiori a un decimo rispetto a quelli registrati nel Centro-Nord.


Il presidente dell’AIE, Innocenzo Cipolletta, ha aperto il convegno “Per una primavera della lettura al Sud” richiamando l’attenzione sulla necessità di intervenire con politiche pubbliche mirate: “Al Sud e nelle Isole mancano le infrastrutture, è inevitabile partire da qui”. Cipolletta ha citato tra i punti strategici il Piano Olivetti, lanciato dal ministro della Cultura Alessandro Giuli, che prevede il potenziamento della rete bibliotecaria e l’apertura di nuove librerie.


Il Piano Olivetti, inserito in un decreto legge, prevede investimenti mirati per favorire l’accesso alla cultura nelle regioni più svantaggiate. Il ministro Giuli, intervenuto con un messaggio scritto, ha sottolineato l’urgenza di restituire senso e identità al patrimonio culturale meridionale, troppo spesso scollegato dalle infrastrutture necessarie alla sua fruizione.


Florindo Rubettino, delegato AIE per il Sud, ha posto l’accento sul ruolo del terzo settore e sulla necessità di una sinergia strutturata tra pubblico e privato. “I dati che abbiamo raccolto indicano come il volontariato culturale, le fondazioni e le realtà no profit siano già attive nel sostegno alla lettura. Serve rafforzare queste esperienze con politiche coordinate tra Ministero della Cultura, dell’Istruzione, dell’Impresa e del Made in Italy, regioni, comuni e soggetti privati”.


La fotografia tracciata dallo studio mostra regioni come Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia in maggiore difficoltà rispetto ad altre aree del Sud. In queste zone, l’offerta di punti vendita di libri è limitata, l’alfabetizzazione digitale è più bassa, le biblioteche sono poco attrezzate e le famiglie spendono meno per attività culturali.


Nel corso dell’incontro a Napoli sono stati presentati dati regionali disaggregati che evidenziano come il gap nella lettura sia anche legato alla formazione scolastica, all’accesso a internet e alla presenza di eventi culturali sul territorio. Alcune regioni meridionali non superano il 50% di lettori nella fascia d’età 15-24 anni, segno che anche tra i giovani l’interesse per la lettura è debole o ostacolato da barriere materiali e sociali.


A sostegno dell’iniziativa sono state citate le attività del Centro per il libro e la lettura e i fondi stanziati per l’acquisto di volumi da destinare alle biblioteche pubbliche. Tuttavia, secondo gli operatori del settore, tali fondi non sono sufficienti se non accompagnati da un progetto di sistema che preveda continuità, formazione professionale e reti locali stabili.


Alcuni rappresentanti delle fondazioni private hanno ricordato l’impatto positivo di iniziative sperimentali, come le biblioteche di comunità, i festival letterari itineranti e le biblioteche scolastiche gestite in collaborazione con il territorio. Queste esperienze mostrano che investimenti mirati e flessibili, se coordinati con le realtà locali, possono incidere concretamente sulla diffusione della lettura anche in contesti periferici.


Nei prossimi mesi l’AIE ha annunciato che il confronto si estenderà alle altre regioni del Mezzogiorno coinvolte nella ricerca, con l’obiettivo di creare un’agenda operativa che possa guidare interventi specifici. L’iniziativa punta a dare voce ai territori, promuovere la lettura come bene comune e mettere in rete istituzioni, scuole, librerie, biblioteche e associazioni.

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