Gozzi replica a Renzi: “Critiche infondate, non era presente al convegno di Confindustria”
- piscitellidaniel
- 28 mag
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Antonio Gozzi, presidente di Federacciai e tra i volti più rappresentativi dell’industria siderurgica italiana, ha risposto con fermezza alle parole di Matteo Renzi, che aveva duramente criticato il recente convegno organizzato da Confindustria, definendolo “un festival dell’anti-impresa”. Secondo Gozzi, si tratta di un giudizio non solo errato, ma anche privo di fondamento, visto che lo stesso Renzi non ha partecipato all’evento e dunque non ha potuto coglierne i contenuti reali, il tono e lo spirito costruttivo con cui è stato concepito.
L’intervento di Renzi era arrivato a margine di un dibattito politico incentrato sul ruolo degli industriali italiani e sul rapporto, spesso controverso, tra Confindustria e il mondo delle istituzioni. In particolare, l’ex presidente del Consiglio aveva accusato l’associazione di assumere una posizione difensiva, poco aperta all’innovazione e legata a una retorica del “tutto va male”, incapace di indicare soluzioni concrete. Un’affermazione che ha immediatamente scatenato la reazione di Gozzi.
Il presidente di Federacciai ha precisato che il convegno ha avuto come temi centrali la transizione energetica, la trasformazione digitale e l’indipendenza industriale europea. Temi, ha affermato, che richiedono una visione complessa e la capacità di affrontare questioni strutturali di lungo periodo, lontano da polemiche sterili. “Abbiamo parlato di come ridurre la dipendenza energetica, di come integrare la sostenibilità con la competitività, di come attrarre investimenti nel nostro Paese. Se questo è essere anti-impresa, allora è stato frainteso tutto,” ha dichiarato Gozzi.
Uno dei nodi più discussi nel corso dell’incontro è stato il ruolo delle politiche industriali italiane nel contesto europeo. Gozzi ha sottolineato come l’Italia rischi di rimanere indietro se non riuscirà a sviluppare una strategia coordinata che coinvolga tutti gli attori della filiera produttiva: dallo Stato alle imprese, passando per i centri di ricerca e le università. In questo quadro, il dialogo con il governo è considerato indispensabile, ma deve essere fondato su basi solide, con interlocutori che abbiano contezza delle problematiche reali delle imprese, specie quelle che operano nei settori manifatturieri tradizionali ma strategici come la siderurgia.
“Non si può giudicare un’intera classe imprenditoriale in base a stereotipi o impressioni superficiali. Servono rispetto, confronto e disponibilità all’ascolto,” ha aggiunto Gozzi. Il presidente ha anche ricordato come la presenza al convegno di esponenti politici, economisti, rappresentanti sindacali e imprenditori abbia conferito alla discussione un profilo ampio e articolato, ben lontano da un generico atteggiamento critico verso il Paese o le sue istituzioni.
In merito al rapporto con il governo, Gozzi ha spiegato che Confindustria non ha intenzione di assumere un ruolo di opposizione politica, ma di stimolo propositivo. “Se critichiamo alcune misure, è perché riteniamo che siano migliorabili. Ma non ci sottraiamo mai alla responsabilità di proporre soluzioni, e non intendiamo sostituirci alla politica. Vogliamo solo che essa ascolti chi produce, chi investe, chi crea lavoro.”
Le parole di Gozzi si collocano in una fase politica ed economica complessa, in cui le tensioni tra mondo produttivo e mondo politico rischiano di cristallizzarsi in conflitti ideologici. Con la sua replica, il numero uno di Federacciai ha inteso non solo difendere l’operato di Confindustria, ma anche lanciare un appello al dialogo e alla responsabilità comune. Il messaggio è chiaro: la politica deve rispettare l’autonomia dell’impresa, e l’impresa deve fare la sua parte nel costruire un’Italia competitiva, moderna e inclusiva.
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