European Defence Mechanism: l’UE verso un fondo comune per la difesa
- piscitellidaniel
- 11 apr
- Tempo di lettura: 3 min
L’Unione Europea sta valutando la creazione di un nuovo strumento finanziario intergovernativo: l’European Defence Mechanism (EDM). Questo fondo mira ad acquistare e possedere congiuntamente equipaggiamenti militari, offrendo ai Paesi membri l’accesso a capacità strategiche senza gravare sui bilanci nazionali. La proposta, elaborata dal think tank Bruegel su incarico della presidenza polacca del Consiglio UE, sarà discussa nel corso di un incontro informale dei ministri delle Finanze a Varsavia.
Obiettivi e struttura dell’EDM
L’EDM si propone di affrontare la frammentazione del settore della difesa europea, caratterizzato da una molteplicità di sistemi non interoperabili. Attualmente, l’UE conta almeno sette tipi di carri armati, nove di obici semoventi e sette di veicoli da combattimento per la fanteria. Questa diversità aumenta i costi, riduce l’efficienza e ostacola le economie di scala.
Il fondo sarebbe costituito da capitale versato e capitale richiamabile, consentendo di raccogliere fondi sui mercati finanziari. Potrebbe anche emettere prestiti e includere membri non appartenenti all’UE, come Regno Unito, Ucraina e Norvegia. L’EDM agirebbe come agenzia di approvvigionamento esclusiva in aree specifiche, pianificatore, finanziatore e potenziale proprietario di capacità strategiche.
Focus su “abilitatori strategici”
Il fondo si concentrerebbe su “abilitatori strategici”, ovvero infrastrutture e attrezzature militari costose necessarie per le operazioni, attualmente spesso fornite dagli Stati Uniti. Questi includono sistemi di comando e controllo congiunti, intelligence satellitare, comunicazioni, sviluppo di nuovi sistemi d’arma avanzati, difesa aerea strategica, trasporto aereo su larga scala, logistica marittima, missili e deterrenza nucleare.
Vantaggi per i Paesi ad alto debito
Un aspetto cruciale dell’EDM è la possibilità per i Paesi membri di accedere a capacità difensive senza aumentare il proprio debito pubblico. Essendo il fondo il proprietario degli asset, il debito contratto per acquisirli rimarrebbe nei bilanci dell’EDM, non in quelli nazionali. Questo è particolarmente vantaggioso per Paesi con alti livelli di debito, come Italia, Spagna, Grecia, Belgio, Portogallo e Francia.
Accesso preferenziale per i membri
L’EDM darebbe priorità all’acquisto da parte di contraenti dei Paesi membri o da consorzi con una partecipazione significativa di tali contraenti. Tuttavia, il consiglio di amministrazione del fondo potrebbe derogare a questa regola in circostanze particolari, ad esempio quando la capacità militare desiderata non è disponibile nei Paesi membri o è disponibile solo a un costo molto più elevato.
Finanziamenti agevolati per gli Stati “in prima linea”
Il fondo potrebbe offrire finanziamenti agevolati agli Stati membri con confini comuni con Russia o Bielorussia, o con alti livelli di spesa militare. Questi prestiti sarebbero sostenuti da un fondo fiduciario alimentato periodicamente da tutti i membri, promuovendo la solidarietà e la condivisione degli oneri.
Contesto geopolitico e iniziative correlate
La proposta dell’EDM si inserisce in un contesto di crescente consapevolezza della necessità per l’Europa di rafforzare la propria autonomia strategica. La guerra in Ucraina e le incertezze sul sostegno militare degli Stati Uniti hanno spinto l’UE a considerare nuove modalità di finanziamento e cooperazione nel settore della difesa.
Parallelamente, la Commissione europea ha presentato il piano “ReArm Europe”, che prevede investimenti fino a 800 miliardi di euro per rafforzare l’infrastruttura di difesa europea entro il 2030. Questo piano include misure come la sospensione temporanea delle regole fiscali per consentire maggiori spese per la difesa, l’offerta di prestiti per progetti congiunti e la mobilitazione di capitali privati.
Prossimi passi
La discussione sull’EDM rappresenta un passo significativo verso una maggiore integrazione nella politica di difesa dell’UE. Se approvato, il fondo potrebbe contribuire a creare un mercato unico europeo per gli armamenti, ridurre la dipendenza da fornitori esterni e rafforzare la capacità dell’UE di rispondere alle minacce alla sicurezza.
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