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Euro digitale, il Consiglio Ue dà il via libera alla posizione negoziale e accelera il progetto della moneta digitale europea

Il Consiglio dell’Unione europea approva la propria posizione negoziale sull’euro digitale, segnando un passaggio decisivo nel percorso che potrebbe portare alla creazione di una moneta digitale emessa dalla Banca centrale europea e utilizzabile da cittadini e imprese come complemento al contante. La decisione consente l’avvio formale del confronto con il Parlamento europeo e la Commissione, aprendo una fase cruciale nella definizione di uno dei progetti più ambiziosi dell’architettura monetaria europea degli ultimi decenni.


L’euro digitale nasce dall’esigenza di adattare il sistema dei pagamenti all’evoluzione tecnologica e alle nuove abitudini dei consumatori, in un contesto caratterizzato dalla progressiva riduzione dell’uso del contante e dalla crescente diffusione di soluzioni di pagamento private, spesso controllate da grandi operatori extraeuropei. La moneta digitale della banca centrale viene concepita come uno strumento pubblico, sicuro e accessibile, in grado di garantire la sovranità monetaria europea anche nell’era digitale e di offrire un’alternativa affidabile ai mezzi di pagamento esistenti.


La posizione adottata dal Consiglio definisce i principi fondamentali del progetto, a partire dal ruolo dell’euro digitale come complemento, e non sostituto, del contante. L’obiettivo dichiarato è preservare la libertà di scelta dei cittadini, assicurando che l’euro fisico continui a svolgere la sua funzione, mentre la versione digitale amplia le possibilità di utilizzo della moneta unica in un contesto sempre più dematerializzato. Questa impostazione mira a evitare una transizione forzata e a mantenere un equilibrio tra innovazione e inclusione.


Un elemento centrale del dibattito riguarda la tutela della privacy. Il Consiglio sottolinea la necessità di garantire elevati standard di protezione dei dati personali, distinguendo l’euro digitale dalle soluzioni di pagamento private che spesso comportano una raccolta estesa di informazioni sugli utenti. Il progetto prevede meccanismi che limitino la tracciabilità delle transazioni, pur nel rispetto delle norme antiriciclaggio e di contrasto al finanziamento del terrorismo, in un equilibrio complesso tra riservatezza e sicurezza.


La posizione negoziale affronta anche il tema del ruolo degli intermediari finanziari. L’euro digitale non viene concepito come uno strumento che esclude banche e operatori di pagamento, ma come una soluzione che si integra nel sistema esistente, affidando agli intermediari la distribuzione e la gestione dei rapporti con gli utenti. Questo approccio mira a preservare la stabilità del sistema finanziario e a evitare effetti disintermedianti che potrebbero ridurre la capacità delle banche di finanziare l’economia reale.


Dal punto di vista macroeconomico, il progetto dell’euro digitale viene osservato anche per le sue potenziali implicazioni sulla politica monetaria e sulla stabilità finanziaria. Il Consiglio ribadisce l’importanza di introdurre limiti alle detenzioni individuali di euro digitali, per evitare spostamenti massicci di depositi dalle banche commerciali verso la banca centrale, soprattutto in fasi di tensione finanziaria. Questo aspetto viene considerato essenziale per prevenire rischi sistemici e garantire un’implementazione graduale e controllata.


La decisione del Consiglio si inserisce in un contesto internazionale in rapida evoluzione, nel quale numerose banche centrali stanno esplorando o sperimentando valute digitali. L’Unione europea punta a non rimanere indietro rispetto a queste dinamiche, consapevole che la moneta digitale rappresenta anche uno strumento di competizione geopolitica e tecnologica. L’euro digitale viene così inquadrato come un tassello della strategia di autonomia strategica europea, volto a rafforzare il ruolo internazionale della moneta unica.


Il via libera alla posizione negoziale evidenzia anche le sensibilità differenti tra gli Stati membri, che nel corso del dibattito hanno espresso preoccupazioni e priorità diverse. Alcuni Paesi hanno posto l’accento sulla tutela del sistema bancario e sulla necessità di evitare effetti indesiderati sulla raccolta dei depositi, altri hanno sottolineato l’importanza dell’innovazione e dell’efficienza dei pagamenti. Il compromesso raggiunto riflette un equilibrio tra queste istanze, consentendo di avanzare nel processo legislativo senza sciogliere tutti i nodi, che verranno affrontati nel negoziato con il Parlamento.


Il passaggio al confronto interistituzionale apre ora una fase decisiva, nella quale verranno definite le caratteristiche operative dell’euro digitale, i diritti e i doveri degli utenti, nonché il quadro di governance del sistema. Il Parlamento europeo è chiamato a svolgere un ruolo centrale, portando nel dibattito le istanze legate alla tutela dei consumatori, alla privacy e all’impatto sociale dell’innovazione monetaria.


L’euro digitale si configura quindi come un progetto che va ben oltre la dimensione tecnica, toccando questioni di fiducia, sovranità e futuro del sistema finanziario europeo. Il via libera del Consiglio alla posizione negoziale rappresenta un segnale politico forte, che conferma la volontà dell’Unione di guidare la trasformazione dei pagamenti senza rinunciare ai principi di stabilità, inclusione e controllo pubblico della moneta.

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