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Dazi americani: l'Unione Europea annuncia contromisure ma si dichiara pronta al dialogo

Il 3 aprile 2025, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l'imposizione di dazi del 20% su una vasta gamma di prodotti europei, colpendo circa 380 miliardi di euro di esportazioni dall'Unione Europea (UE). Questa decisione ha suscitato immediate reazioni da parte dei leader europei, che hanno espresso preoccupazione per le possibili ripercussioni sull'economia globale e hanno delineato le loro intenzioni di risposta.​


Reazioni dei leader europei

La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che l'UE è pronta a rispondere con contromisure proporzionate, sottolineando tuttavia la preferenza per una soluzione negoziata. Ha evidenziato che l'UE dispone di tutti gli strumenti necessari per proteggere i propri interessi economici e ha avvertito che i dazi statunitensi potrebbero avere conseguenze negative a livello globale, specialmente per i consumatori più vulnerabili. 


Il primo ministro svedese, Ulf Kristersson, ha definito i dazi una minaccia significativa per l'economia globale e ha invocato una "rinascita europea" per rafforzare la competitività e l'unità del continente. Ha inoltre sottolineato l'importanza di negoziare una riduzione delle tariffe per evitare un'escalation delle tensioni commerciali. 


Anche il primo ministro spagnolo, Pedro Sánchez, ha criticato le tariffe, definendole ingiustificate, e ha annunciato un piano di supporto da 14,1 miliardi di euro per i settori colpiti, ispirato ai programmi di aiuto implementati durante la pandemia di COVID-19.


Contromisure europee in preparazione

L'UE sta finalizzando un primo pacchetto di contromisure in risposta ai dazi statunitensi. Secondo von der Leyen, queste misure potrebbero includere tariffe su prodotti americani per un valore fino a 26 miliardi di euro, colpendo beni simbolici come il bourbon e le motociclette Harley-Davidson. Inoltre, l'UE sta considerando restrizioni ai servizi finanziari e tecnologici statunitensi, settori in cui gli USA vantano un surplus commerciale con l'Europa. 


La Commissione Europea ha anche menzionato la possibilità di utilizzare lo strumento anti-coercizione, una misura legale che consentirebbe di rispondere a azioni commerciali ostili, limitando l'accesso delle aziende statunitensi ai mercati europei o escludendole da progetti finanziati con fondi comunitari. ​


Implicazioni per l'economia globale

Gli analisti avvertono che l'escalation delle tensioni commerciali tra USA e UE potrebbe avere ripercussioni significative sull'economia mondiale. L'imposizione di dazi e contromisure potrebbe rallentare la crescita economica, aumentare l'inflazione e creare incertezza nei mercati finanziari. Inoltre, settori chiave come l'industria automobilistica, l'agricoltura e la tecnologia potrebbero subire perdite considerevoli. ​


La situazione attuale evidenzia la complessità delle relazioni commerciali internazionali e sottolinea l'importanza di un approccio multilaterale per risolvere le dispute. Mentre l'UE si prepara a difendere i propri interessi, resta aperta la possibilità di negoziati per evitare una guerra commerciale su vasta scala.

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