Clima, per la prima volta la temperatura media globale supera la soglia di 1,5 °C per un intero triennio
- piscitellidaniel
- 21 ore fa
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La temperatura media globale ha superato per la prima volta la soglia di 1,5 °C sopra i livelli preindustriali per un periodo continuativo di tre anni, segnando un passaggio che molti climatologi considerano un campanello d’allarme senza precedenti. La soglia, indicata come limite critico dall’Accordo di Parigi, rappresenta il punto oltre il quale gli effetti dei cambiamenti climatici diventano sempre più difficili da controllare. Il superamento non equivale ancora a un mancato rispetto formale degli impegni internazionali, ma evidenzia una tendenza che mette sotto pressione governi, industrie e sistemi energetici.
L’aumento delle temperature è il risultato combinato di fattori strutturali e contingenti. Alle emissioni di gas serra, che continuano a crescere su scala globale nonostante gli sforzi di decarbonizzazione, si è aggiunto l’effetto del fenomeno El Niño, che ha intensificato il riscaldamento degli oceani e dell’atmosfera. Le analisi mostrano come il triennio appena concluso abbia registrato un’accelerazione dei processi climatici in atto: scioglimento dei ghiacci, innalzamento del livello del mare, aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi estremi. Gli scienziati sottolineano che questi cambiamenti non rappresentano scenari futuri, ma condizioni già osservabili con impatti concreti sulle popolazioni e sugli ecosistemi.
Il superamento della soglia dei 1,5 °C in modo così prolungato rende evidente la difficoltà di contenere il riscaldamento globale entro i limiti stabiliti dagli accordi internazionali. Le politiche di riduzione delle emissioni, pur avendo prodotto alcuni risultati, non procedono alla velocità necessaria. Molti Paesi continuano a dipendere da combustibili fossili per alimentare industria, trasporti ed energia, e la transizione verso modelli sostenibili richiede investimenti che in alcuni casi tardano ad arrivare. Le organizzazioni scientifiche chiedono un’accelerazione immediata degli sforzi, rilevando che ogni decimo di grado aggiuntivo comporta un aumento significativo dei rischi.
L’impatto del riscaldamento prolungato si manifesta con particolare intensità nelle aree più vulnerabili. Ondate di calore, incendi estesi, cicloni più distruttivi e precipitazioni irregolari stanno interessando regioni molto diverse tra loro, con conseguenze economiche, sanitarie e sociali rilevanti. L’agricoltura subisce variazioni nella produttività, i sistemi idrici mostrano segnali di stress e molte infrastrutture urbane non sono progettate per sopportare eventi meteorologici estremi. Gli studiosi avvertono che alcuni ecosistemi potrebbero avvicinarsi a punti critici oltre i quali i processi di degradazione diventerebbero irreversibili.
La comunità internazionale appare consapevole della portata della sfida. Gli incontri multilaterali degli ultimi mesi hanno posto al centro la necessità di aumentare gli investimenti nelle energie rinnovabili, accelerare l’abbandono del carbone e rafforzare la cooperazione nei settori della ricerca, della resilienza e dell’adattamento. Tuttavia, la distanza tra obiettivi dichiarati e progressi reali resta ampia. Molti osservatori ritengono che il rallentamento economico e le tensioni geopolitiche abbiano contribuito a frenare l’attuazione delle politiche climatiche, mentre le emissioni continuano a crescere in alcune economie emergenti.
Il triennio sopra i 1,5 °C rappresenta quindi un punto di svolta. La scienza non lascia spazio a equivoci: per evitare scenari climatici più gravi occorre intervenire con rapidità e decisione. Gli esperti sottolineano che la possibilità di stabilizzare le temperature entro limiti accettabili dipende dalla capacità dei governi e delle imprese di mettere in campo misure immediate, che vadano oltre gli impegni volontari e si traducano in cambiamenti strutturali nei sistemi produttivi e nei modelli di consumo. L’allarme lanciato dai dati climatici impone una riflessione profonda sulla sostenibilità del ritmo attuale di sviluppo e sulla necessità di ripensare l’uso delle risorse del pianeta.

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