top of page
Jlc news - blu.png

Ciad risponde al nuovo travel ban di Trump: sospesi i visti per i cittadini statunitensi

Il 4 giugno 2025, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato un nuovo ordine esecutivo che vieta l'ingresso nel Paese ai cittadini di dodici nazioni, tra cui il Ciad, e impone restrizioni parziali ad altre sette. La misura, giustificata con motivazioni di sicurezza nazionale, ha suscitato reazioni immediate e decise da parte dei Paesi colpiti, in particolare del Ciad, che ha annunciato la sospensione del rilascio dei visti per i cittadini statunitensi, invocando il principio di reciprocità.


Il nuovo travel ban e le sue motivazioni

L'ordine esecutivo firmato da Trump prevede il divieto totale di ingresso negli Stati Uniti per i cittadini di Afghanistan, Myanmar, Ciad, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen. Inoltre, impone restrizioni parziali ai viaggiatori provenienti da Burundi, Cuba, Laos, Sierra Leone, Togo, Turkmenistan e Venezuela.

La Casa Bianca ha giustificato la misura citando motivi di sicurezza nazionale, in particolare l'inadeguatezza dei processi di verifica dell'identità e la scarsa cooperazione di questi Paesi nel rimpatriare i propri cittadini espulsi dagli Stati Uniti.


La risposta del Ciad: sospensione dei visti per gli statunitensi

In risposta al provvedimento statunitense, il presidente del Ciad, Mahamat Idriss Déby, ha annunciato la sospensione del rilascio dei visti per i cittadini statunitensi, sottolineando il principio di reciprocità e la necessità di tutelare la dignità e la sovranità del Paese.


Le implicazioni diplomatiche e geopolitiche

La decisione del Ciad di sospendere i visti per gli statunitensi rappresenta un segnale forte di dissenso nei confronti della politica migratoria dell'amministrazione Trump. Questo gesto potrebbe avere ripercussioni sulle relazioni bilaterali tra i due Paesi, influenzando la cooperazione in ambiti quali la sicurezza, la lotta al terrorismo e lo sviluppo economico.


Le reazioni internazionali e le critiche al provvedimento

Il nuovo travel ban ha suscitato critiche da parte di organizzazioni per i diritti umani e di alcuni esponenti politici, che lo considerano discriminatorio e potenzialmente lesivo dei diritti fondamentali dei cittadini dei Paesi colpiti.


Le eccezioni previste dal provvedimento

Nonostante la portata del divieto, l'ordine esecutivo prevede alcune eccezioni, tra cui:

  • I possessori di carta verde (residenza permanente negli Stati Uniti).

  • I titolari di visti validi al momento dell'entrata in vigore del provvedimento.

  • I cittadini con doppia nazionalità, se in possesso di un passaporto di un Paese non soggetto al divieto.

  • I diplomatici e i funzionari di organizzazioni internazionali.

  • Gli atleti partecipanti a eventi sportivi internazionali, come la Coppa del Mondo 2026 e le Olimpiadi di Los Angeles 2028.


Le prospettive future e le possibili evoluzioni

La situazione rimane fluida e suscettibile di ulteriori sviluppi, sia sul piano diplomatico che su quello giuridico. Alcuni Paesi colpiti dal travel ban potrebbero intraprendere azioni legali o diplomatiche per contestare il provvedimento, mentre l'amministrazione statunitense potrebbe rivedere la lista dei Paesi soggetti al divieto in base all'evoluzione delle condizioni di sicurezza e cooperazione.

Post correlati

Mostra tutti

Comments


Le ultime notizie

bottom of page