Ciad risponde al nuovo travel ban di Trump: sospesi i visti per i cittadini statunitensi
- piscitellidaniel
- 10 giu
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Il 4 giugno 2025, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato un nuovo ordine esecutivo che vieta l'ingresso nel Paese ai cittadini di dodici nazioni, tra cui il Ciad, e impone restrizioni parziali ad altre sette. La misura, giustificata con motivazioni di sicurezza nazionale, ha suscitato reazioni immediate e decise da parte dei Paesi colpiti, in particolare del Ciad, che ha annunciato la sospensione del rilascio dei visti per i cittadini statunitensi, invocando il principio di reciprocità.
Il nuovo travel ban e le sue motivazioni
L'ordine esecutivo firmato da Trump prevede il divieto totale di ingresso negli Stati Uniti per i cittadini di Afghanistan, Myanmar, Ciad, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen. Inoltre, impone restrizioni parziali ai viaggiatori provenienti da Burundi, Cuba, Laos, Sierra Leone, Togo, Turkmenistan e Venezuela.
La Casa Bianca ha giustificato la misura citando motivi di sicurezza nazionale, in particolare l'inadeguatezza dei processi di verifica dell'identità e la scarsa cooperazione di questi Paesi nel rimpatriare i propri cittadini espulsi dagli Stati Uniti.
La risposta del Ciad: sospensione dei visti per gli statunitensi
In risposta al provvedimento statunitense, il presidente del Ciad, Mahamat Idriss Déby, ha annunciato la sospensione del rilascio dei visti per i cittadini statunitensi, sottolineando il principio di reciprocità e la necessità di tutelare la dignità e la sovranità del Paese.
Le implicazioni diplomatiche e geopolitiche
La decisione del Ciad di sospendere i visti per gli statunitensi rappresenta un segnale forte di dissenso nei confronti della politica migratoria dell'amministrazione Trump. Questo gesto potrebbe avere ripercussioni sulle relazioni bilaterali tra i due Paesi, influenzando la cooperazione in ambiti quali la sicurezza, la lotta al terrorismo e lo sviluppo economico.
Le reazioni internazionali e le critiche al provvedimento
Il nuovo travel ban ha suscitato critiche da parte di organizzazioni per i diritti umani e di alcuni esponenti politici, che lo considerano discriminatorio e potenzialmente lesivo dei diritti fondamentali dei cittadini dei Paesi colpiti.
Le eccezioni previste dal provvedimento
Nonostante la portata del divieto, l'ordine esecutivo prevede alcune eccezioni, tra cui:
I possessori di carta verde (residenza permanente negli Stati Uniti).
I titolari di visti validi al momento dell'entrata in vigore del provvedimento.
I cittadini con doppia nazionalità, se in possesso di un passaporto di un Paese non soggetto al divieto.
I diplomatici e i funzionari di organizzazioni internazionali.
Gli atleti partecipanti a eventi sportivi internazionali, come la Coppa del Mondo 2026 e le Olimpiadi di Los Angeles 2028.
Le prospettive future e le possibili evoluzioni
La situazione rimane fluida e suscettibile di ulteriori sviluppi, sia sul piano diplomatico che su quello giuridico. Alcuni Paesi colpiti dal travel ban potrebbero intraprendere azioni legali o diplomatiche per contestare il provvedimento, mentre l'amministrazione statunitense potrebbe rivedere la lista dei Paesi soggetti al divieto in base all'evoluzione delle condizioni di sicurezza e cooperazione.
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