Astensionismo e crisi della partecipazione: i referendum dell’8-9 giugno come specchio della democrazia italiana
- piscitellidaniel
- 9 giu
- Tempo di lettura: 2 min
L’8 e 9 giugno 2025, l’Italia è stata chiamata a esprimersi su cinque quesiti referendari di rilevante impatto politico e sociale: quattro riguardanti il lavoro, promossi dalla CGIL, e uno sulla cittadinanza, sostenuto da +Europa e altre forze civiche. Tuttavia, l’affluenza alle urne si è attestata al 22,7%, ben al di sotto del quorum del 50% più uno necessario per la validità dei referendum, segnando un nuovo minimo storico nella partecipazione popolare a consultazioni referendarie.
La portata dei quesiti e le posizioni politiche
I quattro quesiti sul lavoro miravano ad abrogare alcune disposizioni del Jobs Act e altre norme relative a contratti a termine, licenziamenti nelle piccole imprese e responsabilità solidale negli appalti. Il quinto quesito proponeva una modifica alla legge sulla cittadinanza, facilitando l'acquisizione per i residenti stranieri. Le posizioni politiche si sono divise: la CGIL e altre organizzazioni sindacali hanno sostenuto i quesiti sul lavoro, mentre +Europa, Possibile, PSI, Radicali Italiani e Rifondazione Comunista hanno promosso il quesito sulla cittadinanza. Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia hanno invitato all'astensione, mentre il Partito Democratico ha lasciato libertà di voto ai propri elettori.
L'astensionismo come fenomeno trasversale
L'astensionismo registrato non può essere attribuito esclusivamente a una parte politica. La bassa affluenza ha coinvolto elettori di diverse appartenenze, indicando una disaffezione generale verso gli strumenti di democrazia diretta. La mancanza di una campagna informativa efficace e la complessità dei quesiti hanno contribuito a questo risultato.
Le reazioni delle forze politiche e sociali
Il segretario della CGIL, Maurizio Landini, ha definito l'astensionismo "una sconfitta per la democrazia", sottolineando la necessità di una riflessione profonda sulle cause della disaffezione politica. Il leader di +Europa, Riccardo Magi, ha espresso delusione per l'esito del referendum sulla cittadinanza, evidenziando la difficoltà di mobilitare l'opinione pubblica su temi complessi. D'altra parte, esponenti della maggioranza di governo hanno interpretato la bassa affluenza come un segnale di consenso alle politiche in atto, pur riconoscendo la necessità di rafforzare il dialogo con i cittadini.
Implicazioni per la democrazia italiana
L'esito dei referendum solleva interrogativi sulla tenuta della democrazia partecipativa in Italia. La scarsa partecipazione evidenzia una crisi di fiducia nelle istituzioni e negli strumenti di espressione diretta della volontà popolare. È necessario un impegno congiunto delle forze politiche, sociali e civiche per rilanciare la partecipazione democratica, attraverso una maggiore trasparenza, informazione e coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali.
Comments