Difesa europea: Meloni al vertice straordinario UE tra proposte di riarmo ed esercito comune
- piscitellidaniel
- 6 mar
- Tempo di lettura: 2 min
Il 6 marzo 2025, la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni, ha partecipato a Bruxelles al Consiglio europeo straordinario dedicato all'Ucraina e alle prospettive di una difesa comune europea. Al centro del dibattito, il piano "ReArm EU" proposto dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che prevede un investimento di 800 miliardi di euro per rafforzare le capacità militari dell'Unione.
La posizione dell'Italia: sostegno con cautela
Giorgia Meloni ha espresso un sostegno prudente al piano, sottolineando l'importanza di una maggiore integrazione nella difesa europea, ma manifestando riserve sull'enfasi posta sulla corsa al riarmo. La Premier ha evidenziato la necessità di focalizzarsi sulla sicurezza collettiva, evitando terminologie che possano allarmare l'opinione pubblica. In linea con questa visione, il Vicepremier Antonio Tajani ha proposto di rinominare l'iniziativa in "Piano per la sicurezza europea".
Il Ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha espresso preoccupazioni riguardo all'impatto del piano sul debito pubblico, avvertendo contro decisioni affrettate prive di una logica strutturata. Questa cautela riflette l'attenzione del governo italiano verso la sostenibilità fiscale e la necessità di valutare attentamente le implicazioni economiche di un così ingente investimento nella difesa.
Proposte per una difesa europea più integrata
Il piano "ReArm EU" mira a ridurre la frammentazione del mercato della difesa europeo. Attualmente, i 27 Stati membri producono 17 modelli di carri armati, 29 modelli di fregate e 20 modelli di caccia. L'obiettivo è aumentare la cooperazione negli appalti militari, con la previsione che entro il 2030 il commercio intra-europeo di armi rappresenti il 35% del mercato della difesa dell'UE e che gli appalti comuni costituiscano il 50% del totale.
Il programma prevede l'utilizzo di fondi comunitari, inclusi quelli di coesione, con una dotazione di bilancio di 1,5 miliardi di euro tra il 2025 e il 2027. Ulteriori finanziamenti potrebbero derivare dal Fondo europeo di Difesa e da altri strumenti esistenti. È inoltre proposta la creazione di un centro di ricerca dedicato all'innovazione tecnologica in campo militare, con sede a Kiev, per sostenere l'Ucraina nel suo percorso di modernizzazione delle forze armate.
Divisioni interne alla maggioranza italiana
All'interno della coalizione di governo italiana emergono divergenze sul piano di riarmo. Mentre Fratelli d'Italia e Forza Italia sostengono l'iniziativa, la Lega manifesta scetticismo, preoccupata per le possibili ripercussioni sul bilancio nazionale e per l'eventuale subordinazione a decisioni prese a livello europeo. Il leader leghista, Matteo Salvini, ha richiesto un dibattito parlamentare approfondito prima di assumere impegni vincolanti.
Prossimi passi e prospettive future
Il vertice del 6 marzo ha rappresentato un momento di confronto preliminare, con la consapevolezza che le decisioni definitive saranno prese nel Consiglio europeo del 20 e 21 marzo. Giorgia Meloni ha proposto la convocazione di un vertice tra UE, USA e alleati NATO per discutere del futuro dell'Ucraina e delle strategie di difesa comune. La Premier ha inoltre sottolineato l'importanza di chiarire la strategia proposta dalla Commissione Europea e di valutare possibili adeguamenti per garantire che le iniziative nel settore della difesa siano complementari alle esigenze nazionali e rispettose delle specificità di ciascun paese membro.
Comments