Wall Street sotto pressione: tech in calo, farmaceutici giù e attesa per i dati economici
- piscitellidaniel
- 31 mar
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Lunedì, l'S&P 500 e il Nasdaq hanno chiuso in ribasso, trascinati soprattutto dalle vendite sui titoli tecnologici, mentre gli investitori hanno ridotto l'esposizione agli asset rischiosi per timore che le nuove tariffe dell’amministrazione Trump possano rallentare la crescita economica.
A livello globale, i mercati azionari hanno subito forti perdite, l’oro ha toccato nuovi massimi e i titoli di Stato statunitensi sono saliti, dopo che il presidente Donald Trump ha annunciato domenica che le prossime misure tariffarie coinvolgeranno tutte le nazioni.
Trump ha già imposto dazi su alluminio, acciaio e automobili, oltre ad aver aumentato le tariffe sui beni importati dalla Cina.
Le borse statunitensi hanno registrato vendite consistenti quest’anno, a causa del timore che le politiche tariffarie possano innescare una guerra commerciale globale, con possibili ripercussioni sulla crescita e un aumento dell’inflazione.
I tre principali indici di Wall Street si avviano verso pesanti perdite mensili e trimestrali, con l’S&P 500 e il Nasdaq in rotta per il peggior trimestre degli ultimi tre anni.
Alle 11:43 ET, il Dow Jones Industrial Average guadagnava lo 0,25%, attestandosi a 41.688,71 punti, sostenuto dai rialzi di UnitedHealth (NYSE: UNH) e Home Depot (NYSE: HD).
The S&P 500 lost 27.28 points, or 0.49%, to 5,553.66, and the Nasdaq Composite fell 240.50 points, or 1.39%, to 17,081.65.
I titoli tecnologici sono stati i più colpiti, con Nvidia (NASDAQ: NVDA) in calo del 3,9% e Microsoft (NASDAQ: MSFT) in ribasso del 2,2%, mentre gli investitori hanno espresso preoccupazioni sui piani di spesa per l’intelligenza artificiale delle aziende.
Tesla (NASDAQ: TSLA) ha perso il 4% dopo che Stifel ha abbassato le previsioni di consegna del produttore di veicoli elettrici in vista del rapporto sul primo trimestre atteso per mercoledì.
Il settore dei beni di consumo dell’S&P 500, considerato un rifugio sicuro nei mercati azionari, è salito dell’1,2%, mentre l’indice energetico ha guadagnato l’1,3%, seguendo l’aumento dei prezzi del petrolio.
Il Russell 2000, che raccoglie principalmente aziende a forte esposizione sul mercato interno, è sceso del 2,4%.
L’indice di volatilità CBOE, noto come il "termometro della paura" di Wall Street, è balzato ai massimi di due settimane, raggiungendo i 22,44 punti.
A causa delle incertezze legate ai dazi, Goldman Sachs ha aumentato la probabilità di una recessione negli Stati Uniti dal 20% al 35%, abbassato il target di fine anno dell’S&P 500 a 5.700 punti e previsto ulteriori tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve.
Questa settimana l’attenzione sarà rivolta ai dati economici, tra cui i sondaggi ISM sull’attività economica e il cruciale rapporto sui salari non agricoli. In programma anche diversi interventi di funzionari della Federal Reserve, incluso il presidente Jerome Powell.
Le azioni delle case farmaceutiche sono scese dopo la notizia che il principale responsabile dei vaccini della Food and Drug Administration statunitense sarebbe stato costretto a dimettersi. Moderna (NASDAQ: MRNA) ha perso l’8,7%, mentre Pfizer (NYSE: PFE) è scesa dello 0,9%.
Tra le aziende di terapia genica, Taysha Gene Therapies ha registrato un calo del 25%, mentre Solid Biosciences (NASDAQ: SLDB) ha perso l’11,7%.
Sul NYSE, i titoli in ribasso hanno superato quelli in rialzo con un rapporto di 1,53 a 1, mentre sul Nasdaq il rapporto è stato di 2,34 a 1.
L’S&P 500 ha registrato 24 nuovi massimi e 45 nuovi minimi nelle ultime 52 settimane, mentre il Nasdaq Composite ha segnato 29 nuovi massimi e 501 nuovi minimi.
Fonte: investing.com
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