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Siria: operazione militare nella città natale di Assad contro i lealisti provoca 147 morti

Nelle ultime 24 ore, la Siria è stata teatro di violenti scontri tra le forze governative e gruppi armati lealisti al deposto presidente Bashar al-Assad, culminati in un'operazione militare nella città natale dell'ex leader, Qardaha. Secondo fonti del Ministero della Difesa siriano, le forze di sicurezza hanno avviato "operazioni mirate e precise" contro i sostenitori del precedente regime, accusati di tradimento e di attacchi contro le attuali autorità. 


Escalation della violenza nella regione costiera

La provincia di Latakia, storicamente roccaforte del clan Assad e della comunità alawita, ha visto un'escalation di violenze senza precedenti dalla caduta del regime l'8 dicembre scorso. L'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani riferisce che negli scontri sono rimaste uccise 147 persone, tra cui 37 appartenenti alle forze governative. Le tensioni sono esplose quando miliziani lealisti hanno attaccato postazioni governative, provocando una dura reazione delle forze di sicurezza, che hanno condotto esecuzioni sommarie di decine di combattenti alawiti nelle località dell'entroterra costiero. 


Reazioni internazionali e appelli alla calma

La comunità internazionale ha espresso profonda preoccupazione per l'aggravarsi della situazione in Siria. La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha dichiarato: "Siamo preoccupati per la significativa escalation della situazione in Siria. Invitiamo tutti i leader siriani a fare tutto il possibile per porre fine al massacro il prima possibile".  Anche le Nazioni Unite hanno lanciato appelli per la protezione dei civili e la cessazione immediata delle ostilità, sottolineando il rischio di un ulteriore deterioramento della crisi umanitaria nel paese. ​


Contesto storico e implicazioni settarie

La caduta del regime di Bashar al-Assad nel dicembre 2024 ha lasciato un vuoto di potere che le nuove autorità stanno faticando a colmare. La regione costiera, in particolare le province di Latakia e Tartus, è stata storicamente un bastione della comunità alawita e del clan Assad. La recente insurrezione dei lealisti rappresenta la più grave minaccia al nuovo governo islamista guidato da Ahmed al-Sharaa, instaurato dopo la deposizione di Assad.  Il rischio di un'escalation settaria è elevato, con la possibilità di ulteriori cicli di violenza tra le diverse comunità religiose e etniche del paese. ​


Operazioni militari e situazione sul campo

Le forze governative hanno lanciato una vasta operazione militare per reprimere l'insurrezione, concentrandosi su Qardaha e altre località strategiche della regione costiera. Nonostante le dichiarazioni ufficiali che annunciano la sconfitta degli insorti, fonti locali riportano che i combattimenti continuano in alcune aree, con le forze lealiste che oppongono una strenua resistenza. Il governo ha imposto il coprifuoco nelle province di Latakia e Tartus e ha avviato operazioni di ricerca per neutralizzare i miliziani lealisti. 


Implicazioni regionali e ruolo degli attori esterni

La destabilizzazione della Siria ha implicazioni significative per l'intera regione mediorientale. Paesi come Israele e Turchia monitorano attentamente la situazione, preoccupati per le possibili ripercussioni sulla sicurezza dei loro confini e sugli equilibri geopolitici regionali. La Russia, storicamente alleata del regime di Assad, ha espresso preoccupazione per l'escalation della violenza e ha invitato alla calma, temendo che il caos possa compromettere i propri interessi strategici nella regione. 


Prospettive future e sfide per il nuovo governo

Il nuovo governo siriano si trova ad affrontare sfide enormi nel tentativo di stabilizzare il paese e promuovere la riconciliazione nazionale. La persistenza di sacche di resistenza lealista, unite alle tensioni settarie e alla crisi economica, rappresentano ostacoli significativi al processo di transizione politica. La comunità internazionale sottolinea l'importanza di un dialogo inclusivo che coinvolga tutte le componenti della società siriana per garantire una pace duratura e la ricostruzione del paese. 

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