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Salvini esulta per il fallimento del referendum sulla cittadinanza: "Non è un regalo, servono norme più severe"

Il referendum abrogativo dell'8 e 9 giugno 2025, volto a ridurre da dieci a cinque anni il periodo minimo di residenza legale richiesto per la concessione della cittadinanza italiana agli stranieri extracomunitari, non ha raggiunto il quorum necessario del 50% più uno degli aventi diritto al voto, fermandosi a un'affluenza del 22,7%. Nonostante oltre il 65% dei votanti si sia espresso a favore della modifica, la scarsa partecipazione ha reso il risultato non valido.


Il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini ha accolto con soddisfazione l'esito del referendum, dichiarando: "La cittadinanza non è un regalo, servono norme ancora più severe". Salvini ha sottolineato l'importanza di mantenere criteri rigorosi per l'acquisizione della cittadinanza italiana, affermando che "qualche anno in più di residenza non basta".

Il referendum era stato promosso da +Europa, Possibile, Partito Socialista Italiano, Radicali Italiani e Rifondazione Comunista, con il sostegno di numerose associazioni della società civile. La proposta mirava a facilitare l'integrazione di circa 2,5 milioni di stranieri residenti in Italia da almeno cinque anni, permettendo loro di accedere più rapidamente alla cittadinanza.


La campagna referendaria ha incontrato diversi ostacoli, tra cui una limitata copertura mediatica e l'invito all'astensione da parte dei principali partiti di centrodestra, tra cui Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha scelto di non ritirare le schede referendarie al seggio, lanciando un messaggio simbolico di disapprovazione nei confronti della consultazione.


Le reazioni al fallimento del referendum sono state contrastanti. I promotori hanno espresso delusione per l'esito, ma hanno ribadito l'impegno a continuare la battaglia per una riforma della legge sulla cittadinanza. Dall'altra parte, esponenti del centrodestra hanno interpretato il mancato raggiungimento del quorum come un segnale di sostegno alle politiche restrittive in materia di immigrazione e cittadinanza.


Il dibattito sulla cittadinanza italiana rimane acceso, con posizioni divergenti tra chi sostiene la necessità di facilitare l'integrazione degli stranieri residenti e chi, come Salvini, ritiene fondamentale mantenere criteri stringenti per l'acquisizione della cittadinanza. Il fallimento del referendum evidenzia le difficoltà nel promuovere cambiamenti legislativi attraverso strumenti di democrazia diretta, soprattutto in un contesto politico polarizzato e con una partecipazione elettorale in calo.

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