Riforma della Pubblica Amministrazione: nuove carriere dirigenziali senza concorso e valutazioni più selettive
- piscitellidaniel
- 11 mar
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Il governo italiano si appresta a varare una significativa riforma della Pubblica Amministrazione (PA), introducendo novità sostanziali nelle modalità di accesso alle posizioni dirigenziali e nei sistemi di valutazione delle performance dei dipendenti pubblici. Il disegno di legge, promosso dal ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, è atteso in Consiglio dei Ministri giovedì 13 marzo 2025.
Accesso alle posizioni dirigenziali senza concorso
Una delle principali innovazioni previste dalla riforma riguarda la possibilità per funzionari e quadri di accedere a ruoli dirigenziali attraverso una via alternativa al tradizionale concorso pubblico. Questo percorso si baserà su una valutazione individuale condotta da una commissione composta da dirigenti interni ed esterni all'amministrazione. L'obiettivo è valorizzare le competenze e le esperienze maturate sul campo, rendendo più dinamico e meritocratico l'avanzamento di carriera all'interno della PA.
Nuovi criteri di valutazione delle performance
La riforma introduce anche un cambiamento significativo nei criteri di valutazione delle performance dei dipendenti pubblici. Attualmente, la tendenza a valutare la maggior parte del personale come "eccellente" ha portato a una distribuzione poco differenziata dei premi e delle progressioni di carriera. Il nuovo disegno di legge prevede l'introduzione di un tetto alle valutazioni eccellenti, limitando il numero di dipendenti che possono ricevere il massimo punteggio. Questo cambiamento mira a incentivare una cultura del merito più rigorosa e a premiare effettivamente le eccellenze.
Formazione e sviluppo delle competenze
Un altro pilastro della riforma è rappresentato dall'enfasi sulla formazione continua e sullo sviluppo delle competenze del personale pubblico. Il ministro Zangrillo ha sottolineato l'importanza di una gestione strategica delle risorse umane, evidenziando come la formazione sia una leva fondamentale per l'innovazione e la creazione di valore pubblico. In questo contesto, è stata adottata una direttiva che prevede almeno 40 ore di formazione annue per ogni dipendente, con l'obiettivo di rafforzare le competenze trasversali e specifiche necessarie per affrontare le sfide attuali e future della PA.
Attrarre i giovani talenti nella PA
La riforma si propone anche di rendere la Pubblica Amministrazione più attrattiva per i giovani talenti. Attualmente, l'80% dei dirigenti pubblici ha più di 50 anni, evidenziando una necessità di ricambio generazionale. Per raggiungere questo obiettivo, oltre alla revisione dei percorsi di carriera, si punta su retribuzioni più competitive, maggiore welfare e processi di selezione più snelli e trasparenti. L'introduzione di percorsi di carriera più dinamici e basati sul merito potrebbe incentivare l'ingresso di giovani qualificati nella PA, contribuendo al suo rinnovamento e alla sua efficienza.
Reazioni e prospettive
La proposta di riforma ha suscitato diverse reazioni nel panorama politico e sindacale. Il ministro Zangrillo ha espresso perplessità riguardo alle posizioni della Cgil, sottolineando come il governo abbia stanziato 20 miliardi di euro per i rinnovi contrattuali nonostante la congiuntura economica complessa. Ha auspicato un confronto costruttivo per migliorare le condizioni del settore pubblico, evidenziando la necessità di superare le chiusure e le resistenze al cambiamento.
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