Riforma della non autosufficienza: le novità del decreto attuativo e le sfide ancora aperte
- piscitellidaniel
- 30 apr
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Il decreto attuativo della legge delega 33/2023 sulla non autosufficienza, approvato nell'aprile 2025, rappresenta un passo significativo verso la riforma dell'assistenza agli anziani in Italia. Il provvedimento mira a integrare i servizi sanitari e sociali, semplificare le procedure di accesso alle prestazioni e introdurre nuove misure di sostegno per le persone non autosufficienti e le loro famiglie.
Le principali novità del decreto
Tra le innovazioni introdotte dal decreto, spicca la "prestazione universale per la non autosufficienza", che sostituirà progressivamente l'indennità di accompagnamento. Questa nuova misura prevede un assegno mensile composto da una quota fissa, equivalente all'attuale indennità di accompagnamento, e da una quota variabile, fino a 850 euro, destinata a coprire le spese di assistenza domiciliare o residenziale. L'importo complessivo potrà quindi raggiungere i 1.380 euro mensili, esenti da tassazione.
Il decreto stabilisce inoltre la creazione di un "Progetto assistenziale individualizzato" (Pai) per ogni persona non autosufficiente, elaborato da un'équipe multidisciplinare e basato su una valutazione unificata dei bisogni sanitari e sociali. Per facilitare l'accesso ai servizi, saranno istituiti i "Punti unici di accesso" (Pua), sportelli territoriali che forniranno informazioni, orientamento e supporto nella definizione del Pai.
Un'altra novità riguarda l'assistenza domiciliare integrata, che sarà potenziata e unificata, superando la distinzione tra Adi (assistenza domiciliare integrata) e Sad (servizio di assistenza domiciliare). Il decreto prevede anche interventi a favore dei caregiver familiari, con misure di sostegno economico, formazione e riconoscimento del loro ruolo.
Criticità e risorse insufficienti
Nonostante le innovazioni introdotte, il decreto ha suscitato diverse critiche da parte di esperti e associazioni del settore. Secondo Domenico Pantaleo, presidente nazionale di Auser, il provvedimento presenta lacune significative, tra cui l'assenza di una reale integrazione socio-sanitaria nella cura e assistenza degli anziani non autosufficienti e la mancanza di linee guida per la riforma delle Rsa, nonostante le problematiche emerse durante la pandemia. Inoltre, le risorse stanziate risultano inadeguate: la platea dei potenziali beneficiari della prestazione universale, stimata in base ai criteri anagrafici, sanitari ed economici, non supera il 3% degli anziani non autosufficienti, lasciando scoperta una domanda molto più ampia.
Un'altra criticità riguarda l'assenza di un piano di adeguamento delle condizioni abitative degli anziani, nonostante le esperienze nazionali e internazionali attestino l'efficacia degli alloggi individuali assistiti. Inoltre, la riforma non prevede un incremento significativo delle risorse destinate alla sanità, rendendo difficile l'attuazione delle misure previste.
Verso un confronto con le parti sociali
Alla luce delle criticità emerse, è necessario avviare un confronto tra il Governo, le forze parlamentari, le parti sociali, il terzo settore, le Regioni e l'Anci per apportare i necessari cambiamenti al decreto e garantire maggiori investimenti. L'obiettivo è costruire un sistema di assistenza agli anziani non autosufficienti più equo, integrato e sostenibile, in grado di rispondere alle esigenze di una popolazione che invecchia rapidamente.
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