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Riduzione del 20% del prezzo dell'elettricità in Italia: strategie tra rinnovabili, riforma del mercato e acquisti congiunti di gas

Uno studio congiunto di Agici e Accenture ha evidenziato che l'Italia, attualmente tra i Paesi europei con i costi dell'elettricità più elevati, potrebbe ridurre del 20% il prezzo all'ingrosso dell'energia nei prossimi cinque anni. Questo obiettivo ambizioso richiede interventi coordinati in tre aree chiave: accelerazione dello sviluppo delle energie rinnovabili, riforma del mercato elettrico e riduzione del costo del gas attraverso strategie europee condivise. 


Sviluppo delle energie rinnovabili

Per incrementare la capacità e la produzione di energia da fonti rinnovabili, è fondamentale semplificare le procedure autorizzative, spesso complesse e lente. L'introduzione di strumenti come i contratti a due vie, previsti dal Fer X, può offrire maggiore stabilità agli investitori, riducendo il rischio associato allo sviluppo di nuovi impianti. Inoltre, l'implementazione di strumenti finanziari innovativi, come l'Electrification Bank proposta a livello europeo, potrebbe fornire il supporto necessario per finanziare progetti su larga scala. Nonostante l'accelerazione degli ultimi anni, l'Italia rimane in ritardo rispetto all'obiettivo dei 9 GW di nuova capacità installata annualmente, necessari per raggiungere i 131 GW entro il 2030, come delineato nel Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (Pniec). 


Riforma del mercato elettrico

Il mercato elettrico italiano è caratterizzato da una forte dipendenza dal gas naturale come "price setter", influenzando il prezzo dell'elettricità nel 90% delle ore, rispetto al 60% della media europea. Per ridurre questa dipendenza, è necessaria una riforma strutturale del mercato. I Power Purchase Agreement (PPA) rappresentano una soluzione già in atto, ma attualmente sono accessibili principalmente ai grandi consumatori a causa della loro complessità. Per estendere i benefici dei PPA anche alle piccole e medie imprese e agli utenti finali, si potrebbe implementare un meccanismo pubblico, come l'Energy Release, in cui il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) o la sua controllata Acquirente Unico svolgano un ruolo centrale nella gestione e distribuzione dell'energia a prezzi stabilizzati. 


Riduzione del costo del gas attraverso strategie europee

La riduzione del costo del gas è una sfida che l'Italia non può affrontare da sola, richiedendo una strategia concertata a livello europeo. L'Unione Europea ha già avviato iniziative in questa direzione, come il piano REPowerEU, che mira a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili russi e ad accelerare la transizione verso energie più pulite. Tra le misure proposte vi sono gli acquisti congiunti di gas, gas naturale liquefatto (GNL) e idrogeno tramite la piattaforma dell'Unione per l'energia, oltre a nuovi partenariati energetici con fornitori affidabili e un aumento della produzione di biometano. Queste azioni mirano non solo a diversificare le fonti di approvvigionamento, ma anche a stabilizzare i prezzi e garantire una maggiore sicurezza energetica per tutti gli Stati membri.


Benefici economici e ambientali della transizione energetica

La transizione verso le energie rinnovabili non comporta solo vantaggi ambientali, ma anche significativi benefici economici. Secondo un rapporto del think tank Ember, l'aumento della capacità di generazione eolica e solare ha permesso all'Unione Europea di risparmiare circa 59 miliardi di euro in importazioni di gas e carbone dal 2019. Questo risparmio evidenzia come l'investimento nelle rinnovabili possa ridurre la dipendenza dai combustibili fossili importati, rafforzando l'indipendenza energetica e creando posti di lavoro locali nel settore delle energie pulite.

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