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Daniel Piscitelli

Rating ESG: verso una omogeneizzazione della valutazione della sostenibilità

Avv. Sara Vetteruti - Studio Legale Jlc

La sostenibilità ed il progressivo cammino verso la “transizione energetica” stanno diventando obiettivo primario politico istituzionale, perseguito in molteplici ambiti, sulla spinta di ragioni non solo di carattere sociale, ma anche ed in particolare di carattere ambientale, economico e geopolitico. Oggi la sostenibilità è infatti un obiettivo a cui deve ispirarsi il mondo produttivo, e l’apporto finanziario da parte del sistema bancario e di quello degli investitori è ormai indirizzato alle imprese protese al raggiungimento di questo traguardo.

Centrale è chiaramente il ruolo delle PMI, che rappresentano oltre il 90% delle imprese italiane, laddove più PMI si renderanno virtuose nel perseguire la sostenibilità più rapida potrà essere la transizione energetica, e maggiore sarà la loro attrattività per la finanza sostenibile, il cui sguardo è diretto verso le imprese che adottano fattori di tipo ambientale, sociale e di governance.

Naturalmente il riferimento è ai principi ESG - Environmental, Social and Corporate Governance. Insieme di standard operativi a cui si devono ispirare le operations di un’azienda per garantire il raggiungimento di determinati risultati ambientali, a livello sociale e di governance dell’impresa.

L’UE, in tale contesto, si è fatta promotrice di una regolamentazione alla quale ben sta rispondendo il mondo finanziario, in particolare attraverso il Regolamento UE (cd. SDFR) 2019/2088, il quale ha fornito una definizione di investimento sostenibile, ha contribuito alla classificazione dei prodotti finanziari in funzione dei fattori di sostenibilità, ponendosi altresì l’obiettivo di armonizzazione della «trasparenza per i partecipanti ai mercati finanziari […] per quanto riguarda l’integrazione dei rischi di sostenibilità […]».

Tali interventi normativi, tuttavia, non appaiono sufficienti. Sebbene i principi ESG si caratterizzino per una grande trasversalità, così assumendo un grande potenziale anche in termini di valutazione delle imprese, quale giudizio sintetico che certifica la solidità di un emittente, di un titolo o di un fondo dal punto di vista degli aspetti ambientali, sociali e di governance, non si è ancora raggiunta una standardizzazione di tale valutazione.

A fronte di una copiosa attenzione a livello normativo istituzionale sufficientemente armonizzata sulla tematica, permangono ancora diversi sistemi di valutazione riconducibili al cd. Rating ESG.

Al fine di consentire una omogeneità nella metodologia di valutazione della sostenibilità e di risolvere la confusione nell’attuale contesto di mercato, diventa sempre più urgente l’individuazione di criteri uniformi per la assegnazione di Rating ESG. Urgenza che è stata colta di recente dalla Commissione Europea, la quale si è resa promotrice di una proposta di Regolamento Europeo in materia di attività collegate proprio al Rating ESG, pubblicata il 13 giugno 2023.

Si resta quindi in attesa degli ormai prossimi sviluppi normativi.

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