Mattarella: “Nessun potere è immune da vincoli e controlli” – il richiamo del Capo dello Stato alla magistratura tra rigore, indipendenza e responsabilità istituzionale
- piscitellidaniel
- 28 mag
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Nel corso dell’inaugurazione dell’anno formativo 2025 della Scuola superiore della magistratura, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha tenuto un discorso di alto valore costituzionale e istituzionale, centrato sul ruolo della magistratura nella democrazia italiana. Le sue parole sono arrivate in un momento di forte tensione tra poteri dello Stato, nel quale il dibattito pubblico si è acceso intorno alla legittimità e al comportamento della magistratura, anche alla luce di recenti inchieste, polemiche politiche e attacchi pubblici.
Mattarella ha ribadito con forza che la magistratura deve essere sempre guidata da rigore, professionalità e senso della misura, in un’ottica di servizio alla giustizia e ai cittadini. Ha richiamato i giudici alla piena consapevolezza del proprio ruolo istituzionale, ricordando che “nessun potere, in una democrazia costituzionale, è immune dai vincoli e dai controlli”. Un monito che rafforza la cornice dello Stato di diritto, in cui ogni autorità pubblica deve operare nel rispetto delle regole comuni e delle garanzie costituzionali.
Il Capo dello Stato ha anche evidenziato che l’indipendenza della magistratura non può mai trasformarsi in autoreferenzialità o arbitrio. Al contrario, ha affermato, “l’indipendenza è condizione di libertà e giustizia, ma richiede in cambio responsabilità e trasparenza”. Queste parole si pongono come argine tanto contro le ingerenze esterne, quanto contro eventuali derive interne alla magistratura, e si inseriscono in un filone ormai consolidato nei suoi interventi pubblici, volto a rafforzare la credibilità delle istituzioni democratiche.
Particolare attenzione è stata data alla necessità di una formazione continua dei magistrati, che devono affrontare fenomeni giuridici, economici e sociali in costante mutamento. Mattarella ha ricordato che il sapere giuridico non è mai statico e che la complessità del diritto contemporaneo esige non solo competenze tecniche, ma anche una solida cultura costituzionale, etica e umanistica. “Servono magistrati capaci di leggere la realtà, oltre che i codici”, ha affermato, sottolineando il legame imprescindibile tra diritto e società.
Non sono mancate parole in difesa della magistratura, bersaglio negli ultimi mesi di attacchi spesso strumentali e mossi da finalità estranee alla correttezza istituzionale. Mattarella ha ammonito contro “le delegittimazioni che colpiscono non solo le persone ma le funzioni”, invitando a distinguere le critiche costruttive dal discredito preconcetto. In tal senso, ha riaffermato che “la magistratura non è un corpo separato dallo Stato, ma una funzione essenziale al buon funzionamento della Repubblica”.
Infine, il Presidente ha richiamato il dovere di leale collaborazione tra le istituzioni. Ha parlato della giustizia come “bene pubblico”, che deve essere garantita con equilibrio, rigore e spirito di servizio, non solo dai giudici, ma da tutti gli attori istituzionali. Le sue parole sono sembrate indirizzate non solo alla platea togata, ma anche alla politica, invitata a evitare conflitti dannosi e a lavorare per rafforzare il sistema democratico.
Con questo intervento, Mattarella ha nuovamente svolto il suo ruolo di garante della Costituzione, restituendo centralità alla funzione della magistratura e riaffermando, in un tempo difficile, i principi fondanti dell’ordinamento repubblicano.
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