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Mattarella: "La mafia è destinata a finire, ma la vigilanza deve restare alta"

Il 23 maggio 2025, in occasione del 33º anniversario della strage di Capaci, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rinnovato l'impegno dello Stato italiano nella lotta contro la mafia, sottolineando la necessità di mantenere alta la vigilanza e di proseguire con determinazione nell'opera di sradicamento della criminalità organizzata.


Un ricordo indelebile e un impegno costante

Nel suo messaggio commemorativo, Mattarella ha ricordato il sacrificio di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e degli agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, vittime dell'attentato mafioso del 1992. Ha evidenziato come la loro eredità morale rappresenti un patrimonio vivo per l'intera comunità nazionale, un monito a non abbassare la guardia di fronte alle insidie della mafia.


La mafia come minaccia persistente

Il Presidente ha ribadito che, sebbene la mafia sia destinata a finire, essa rappresenta ancora una minaccia concreta, con tentativi di infiltrazione nella società civile e intimidazioni nei confronti degli operatori economici. Ha sottolineato l'importanza di mantenere attivi gli "anticorpi istituzionali" e di promuovere una mobilitazione sociale per impedire che le organizzazioni mafiose trovino sponde in aree grigie e compiacenti.


L'importanza della memoria e della legalità

Mattarella ha evidenziato come la Giornata della legalità, celebrata il 23 maggio, sia un segno di responsabilità comune e un'occasione per rinnovare l'impegno nella lotta alla mafia. Ha ricordato che l'attentato di Capaci fu un attacco deliberato alla democrazia italiana, ma che la reazione delle Istituzioni e del popolo italiano fu ferma, dando vita a una mobilitazione delle coscienze che ha contribuito a rafforzare l'etica della Repubblica.


Il ruolo delle nuove generazioni

Il Capo dello Stato ha sottolineato l'importanza di trasmettere alle nuove generazioni i valori della legalità e della giustizia, affinché possano proseguire l'opera di contrasto alla mafia. Ha affermato che l'eredità di Falcone e Borsellino è un patrimonio che appartiene all'intera comunità nazionale e che portare avanti la loro opera significa lavorare per una società migliore.


Un messaggio di speranza e determinazione

Concludendo il suo intervento, Mattarella ha lanciato un messaggio di speranza, affermando che la mafia può essere vinta e che dipende da ciascuno di noi contribuire a questo obiettivo. Ha invitato tutti a non cedere alla rassegnazione e all'indifferenza, ma a impegnarsi attivamente nella costruzione di una società libera dalla criminalità organizzata.

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