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LVMH, ricavi in calo nel primo trimestre 2025: pesa il rallentamento della domanda e l’instabilità commerciale globale

Ricavi sotto le attese nel primo trimestre: -3% su base annua

LVMH, il colosso francese del lusso guidato da Bernard Arnault, ha chiuso il primo trimestre del 2025 con un fatturato di 20,3 miliardi di euro, registrando un calo del 3% rispetto allo stesso periodo del 2024. I risultati hanno deluso le aspettative degli analisti, che avevano previsto una leggera crescita attorno al 2%. Il rallentamento arriva dopo anni di crescita costante, interrotta nel 2024 da un contesto macroeconomico globale incerto e da una contrazione della domanda nei principali mercati di riferimento del gruppo, in particolare Cina e Stati Uniti.


Il calo dei ricavi segna una battuta d’arresto significativa per il più grande gruppo del lusso al mondo, che fino al 2023 aveva beneficiato di un rimbalzo post-pandemia molto robusto e della crescente espansione dei consumi premium nelle economie emergenti. LVMH ha attribuito la flessione alle “condizioni di mercato complesse, ai cambi valutari sfavorevoli e a una base di confronto eccezionalmente elevata rispetto al primo trimestre 2024”.


Moda e pelletteria in difficoltà, rallenta il motore del gruppo

Tra le divisioni più colpite, quella della Moda e Pelletteria, il cuore pulsante di LVMH, ha registrato una contrazione del 5%, ben al di sopra del calo dell’1% previsto dagli analisti. Il segmento include brand iconici come Louis Vuitton, Dior, Fendi, Loewe e Celine, che da soli rappresentano circa la metà dei ricavi del gruppo. In particolare, Louis Vuitton, che negli ultimi anni ha trainato la crescita dell’intero comparto, ha visto una domanda più contenuta nei mercati asiatici, mentre Dior ha risentito della fase di transizione creativa legata all’avvicendamento alla direzione artistica.


Il gruppo ha confermato che le vendite in Cina continentale hanno subito una frenata, a causa di un rallentamento dei consumi interni e del clima di incertezza legato alla geopolitica e alla pressione sul potere d’acquisto della classe media urbana. Anche in Nord America si è registrato un calo dei flussi nei flagship store, in parte compensato da performance più solide in Europa e Medio Oriente.


Calano anche vini, alcolici e orologeria

Non solo pelletteria. Anche la divisione Wines & Spirits ha segnato un trimestre difficile, con una riduzione delle vendite del 9%. Il brand Hennessy è stato penalizzato dalla minore domanda negli Stati Uniti, dove i consumatori stanno mostrando una crescente sensibilità ai prezzi. Anche i vini di alta gamma hanno registrato un rallentamento, dopo anni di crescita a doppia cifra. La divisione Orologi e Gioielli, che comprende anche Tiffany & Co., ha segnato un +2%, ma non è riuscita a compensare il calo degli altri comparti.


Il gruppo ha spiegato che i consumatori stanno mostrando un comportamento più selettivo, con una tendenza crescente verso il “quiet luxury” e un maggiore interesse per l’acquisto esperienziale rispetto ai beni materiali, soprattutto nelle fasce di età più giovani.


Tensioni commerciali e volatilità valutaria tra i fattori esterni critici

LVMH ha indicato tra i fattori che hanno influenzato negativamente i risultati anche il deterioramento del contesto commerciale internazionale. Le tensioni tra Stati Uniti, Cina e Unione Europea, acuitesi dopo l’annuncio da parte del Presidente Trump di nuove misure tariffarie, hanno inciso sulla fiducia dei mercati e sulla pianificazione degli acquisti nei segmenti di fascia alta. Inoltre, la sospensione temporanea di alcune tariffe non ha impedito il diffondersi di una percezione di instabilità, soprattutto tra i clienti più esposti al mercato finanziario.


Anche i tassi di cambio hanno avuto un impatto significativo: l’apprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro e dello yuan ha eroso la competitività dei prezzi nei mercati extra-europei, contribuendo alla riduzione dei ricavi consolidati in euro.


Reazioni del mercato e dichiarazioni del management

La reazione dei mercati finanziari è stata contrastante. Le azioni LVMH hanno subito un ribasso del 6,8% sul listino statunitense, mentre alla Borsa di Parigi, prima della pubblicazione dei dati, avevano chiuso in rialzo dell’1%. Gli investitori temono che la debolezza della domanda in Cina possa proseguire nei prossimi trimestri, compromettendo i risultati anche del secondo semestre. Tuttavia, alcuni analisti continuano a considerare LVMH un titolo solido nel lungo termine, grazie alla forza dei suoi brand e alla capacità dimostrata di adattarsi ai cambiamenti nei consumi globali.


Bernard Arnault, presidente e CEO del gruppo, ha commentato i risultati sottolineando la “resilienza del modello LVMH, fondato su un portafoglio di marchi straordinari e un controllo verticale della catena del valore”. Arnault ha anche ribadito che “in un contesto sfidante, LVMH continuerà a investire nell’innovazione, nella creatività e nello sviluppo sostenibile, mantenendo la centralità della qualità e dell’artigianalità”.


Prospettive e strategie per il resto del 2025

Per affrontare la nuova fase di rallentamento, il gruppo ha confermato una serie di investimenti mirati su tecnologia, e-commerce e retail experience. In particolare, verranno rinnovati alcuni flagship store strategici, potenziate le vendite online e rafforzate le attività in mercati in crescita come India, Corea del Sud e Sud-est asiatico.


LVMH ha inoltre intenzione di ampliare la propria proposta di lifestyle di lusso, puntando su esperienze personalizzate, servizi su misura e nuove partnership nell’ambito del wellness e dell’hospitality, in linea con l’evoluzione delle aspettative del consumatore globale.

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