Logistica tra sostenibilità e sicurezza: l’80% delle imprese si converte al green, ma resta alto il tasso di incidenti
- piscitellidaniel
- 27 mar
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Il settore della logistica italiana è sempre più coinvolto in una trasformazione profonda che punta a coniugare sviluppo economico, innovazione e sostenibilità ambientale. L’80% delle imprese che acquistano servizi logistici ha già avviato un processo di transizione green, mentre il 57% degli operatori ha adottato almeno quattro tecnologie anti-inquinamento. Tuttavia, questo megatrend virtuoso si scontra ancora con criticità significative, in primis un preoccupante livello di insicurezza nei luoghi di lavoro: il comparto è responsabile del 17% degli incidenti mortali sul lavoro in Italia.
Il tema è stato al centro del convegno “Economia Pulita” tenutosi a Roma presso la sede del Parlamento europeo, dove imprese della filiera logistica e rappresentanti istituzionali hanno discusso opportunità e rischi di un settore che vale 135 miliardi di euro l’anno, pari all’8,2% del PIL nazionale. Un comparto, dunque, fondamentale per l’economia italiana ma che necessita di investimenti strutturali e di una normativa coerente per allineare competitività, sostenibilità e sicurezza.
A sottolinearlo è stato il viceministro ai Trasporti, Edoardo Rixi, che ha parlato della necessità di “decongestionare le strade e investire sull’ammodernamento della logistica”. Rixi ha inoltre evidenziato come il PNRR, pur rappresentando un volano importante, non sia sufficiente a sostenere un salto di qualità strutturale. Secondo il viceministro, occorre una visione a lungo termine che preveda investimenti fino a 300 miliardi di euro nei prossimi dieci anni.
Il convegno ha messo in luce anche i possibili rischi derivanti dalle nuove norme europee del pacchetto “Omnibus”, che introduce modifiche alla direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), ampliando la platea delle imprese tenute a redigere bilanci di sostenibilità. Una scelta che, secondo gli esperti di Economia Pulita, potrebbe destabilizzare il sistema, in particolare per le PMI, già impegnate in percorsi di compliance ambientale e sociale.
“Le imprese si sono già mosse per adattarsi alle nuove sfide ESG, ha spiegato Alessandro Servadei, presidente di Economia Pulita, ma oggi rischiano di vedere vanificati i propri sforzi a causa di un quadro normativo incerto e in continua evoluzione”. Servadei ha lanciato un appello alla politica italiana ed europea affinché si garantisca un percorso normativo lineare e graduale, che non penalizzi le realtà più piccole e virtuose.
La fotografia scattata durante l’evento è quella di un settore a doppia velocità. Da un lato l’impegno crescente delle aziende verso la sostenibilità, con l’introduzione di veicoli elettrici, sistemi di gestione intelligente delle flotte, magazzini a basso impatto ambientale e digitalizzazione dei processi. Dall’altro lato, però, permangono problematiche strutturali non risolte: la logistica su strada resta la principale responsabile delle emissioni di gas climalteranti (un terzo del totale del trasporto), degli ossidi di azoto e delle polveri sottili, oltre a mantenere un tasso di infortuni sul lavoro superiore alla media nazionale.
“L’urgenza è evidente ha dichiarato Antonello Fontanili, direttore di Uniontrasporti non possiamo permetterci che un settore così cruciale continui a essere tra i più inquinanti e pericolosi”. Fontanili ha ribadito la necessità di puntare su una sostenibilità ambientale ma anche sociale, richiamando l’attenzione sul tema della sicurezza nei magazzini, nei centri di smistamento e sulle strade. La riduzione degli infortuni, ha detto, deve diventare una priorità integrata nei piani di sostenibilità delle aziende.
In questo contesto, il ruolo delle tecnologie si fa sempre più centrale. Dalla logistica predittiva ai software per il monitoraggio ambientale, passando per l’intelligenza artificiale applicata alla manutenzione dei veicoli, le imprese più dinamiche stanno già adottando soluzioni all’avanguardia. Ma il salto qualitativo richiede anche incentivi mirati, formazione specializzata e un adeguamento del quadro normativo che tenga conto della realtà delle PMI.
Francesco Montanari, coordinatore scientifico di Economia Pulita, ha infine sottolineato come il vero cambiamento passerà dalla capacità del sistema di gestire la complessità. “Il nuovo megatrend ESG, ha affermato, non riguarda solo l’ambiente, ma l’intera organizzazione dell’impresa: governance, sicurezza, tracciabilità, impatto sociale. È un’occasione storica per trasformare la logistica in un driver di innovazione e coesione sociale”.
L’Italia, con la sua rete logistica capillare, il peso strategico dei porti e l’eccellenza della manifattura, ha tutte le carte in regola per guidare questa transizione. Ma occorre uno sforzo collettivo, che coinvolga imprese, istituzioni e lavoratori. La sfida della logistica sostenibile non è solo ambientale: è un banco di prova per la modernizzazione dell’intero sistema produttivo nazionale.
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