Lavoro, il grande dualismo: tra flessibilità necessaria e stabilità mancata
- Giuseppe Politi
- 10 apr
- Tempo di lettura: 1 min
Il mercato del lavoro italiano è ancora segnato da una profonda dicotomia. I posti a tempo determinato crescono, alimentati da esigenze di flessibilità delle imprese e da un contesto macroeconomico incerto. Secondo gli ultimi dati ISTAT, oltre il 55% dei nuovi contratti attivati nel 2024 è a termine, una percentuale che conferma una tendenza strutturale.
Il lavoro stabile, a tempo indeterminato, resiste soprattutto nei settori a maggiore valore aggiunto (tecnologia, energia, finanza) e nelle grandi imprese. Ma la crescita dell’occupazione permanente resta contenuta, frenata da incertezze regolamentari e da un cuneo fiscale ancora elevato, nonostante i tentativi di alleggerimento messi in campo dal Governo.
In questo contesto, il mismatch tra domanda e offerta di competenze si aggrava. Le imprese cercano profili qualificati che il sistema formativo fatica a fornire. Crescono gli investimenti in upskilling e reskilling, ma spesso in modo disorganico. Il futuro del lavoro in Italia passa dalla capacità di conciliare esigenze aziendali con tutele effettive per i lavoratori, soprattutto i giovani, i più penalizzati dal precariato cronico.
Comments