La proposta dell'UE di abbassare il tetto al prezzo del petrolio russo a 45 dollari: una strategia per rafforzare le sanzioni economiche
- piscitellidaniel
- 10 giu
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La Commissione Europea ha proposto di ridurre il tetto massimo al prezzo del petrolio russo da 60 a 45 dollari al barile, come parte del 18º pacchetto di sanzioni contro la Russia. Questa misura mira a diminuire ulteriormente le entrate della Russia derivanti dalle esportazioni di petrolio, principale fonte di finanziamento per le operazioni militari in Ucraina.
Motivazioni della proposta
Il tetto di 60 dollari al barile, introdotto nel dicembre 2022 dal G7 e dall'UE, è diventato meno efficace a causa del calo dei prezzi globali del petrolio, che ha portato il prezzo del greggio russo al di sotto di tale soglia. Riducendo il tetto a 45 dollari, l'UE intende ristabilire l'efficacia della misura, assicurandosi che la Russia venda il suo petrolio a un prezzo significativamente inferiore al valore di mercato, limitando così le sue entrate. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che questa proposta sarà discussa al prossimo vertice del G7 in Canada, previsto dal 15 al 17 giugno.
Altre misure del pacchetto di sanzioni
Oltre alla riduzione del tetto al prezzo del petrolio, il nuovo pacchetto di sanzioni prevede:
Il divieto di importazione di prodotti raffinati derivati dal petrolio russo, per impedire che il greggio russo raggiunga il mercato europeo attraverso paesi terzi come India e Turchia.
Sanzioni contro le pipeline Nord Stream 1 e 2, per scoraggiare eventuali investimenti futuri e impedire la generazione di entrate dalla loro eventuale riattivazione .
L'estensione del divieto di transazioni finanziarie a 22 banche russe, inclusi istituti operanti tramite paesi terzi, per limitare ulteriormente la capacità della Russia di finanziare il conflitto.
Sanzioni contro la "flotta ombra" russa, con l'inclusione di 77 navi utilizzate per trasportare petrolio a prezzi superiori al tetto imposto, al fine di ridurre le entrate derivanti da esportazioni non conformi.
Un divieto di esportazione di prodotti europei verso la Russia per un valore di circa 2,5 miliardi di euro, per limitare l'accesso della Russia a beni e tecnologie avanzate .
Reazioni e prospettive
La proposta di abbassare il tetto al prezzo del petrolio russo ha ricevuto il sostegno di diversi paesi europei, tra cui Polonia, Svezia, Danimarca, Finlandia, Lettonia, Lituania ed Estonia, che hanno sollecitato la Commissione Europea a rafforzare le sanzioni per ridurre le entrate della Russia senza causare shock al mercato.
Tuttavia, l'approvazione del pacchetto richiede l'unanimità dei 27 Stati membri dell'UE, e alcuni paesi, come Ungheria e Slovacchia, hanno espresso riserve in passato su sanzioni più severe. La Commissione Europea spera di raggiungere un accordo entro la fine di giugno, prima del passaggio della presidenza di turno dell'UE dalla Polonia alla Danimarca.
La coordinazione con gli alleati del G7, in particolare gli Stati Uniti, è considerata cruciale per l'efficacia delle sanzioni. La presidente von der Leyen ha espresso fiducia che il G7 adotterà congiuntamente la riduzione del tetto al prezzo del petrolio, nonostante l'incertezza sulla posizione dell'amministrazione Trump riguardo a ulteriori misure contro la Russia.
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