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La Motor Valley a Bruxelles: proposte per un fondo sovrano europeo a sostegno degli investimenti industriali

La Motor Valley dell'Emilia-Romagna, celebre per la sua eccellenza nel settore automobilistico, ha recentemente avanzato proposte concrete all'Unione Europea per affrontare le sfide della transizione ecologica e sostenere la competitività dell'industria automobilistica europea. Durante un tavolo regionale sull'automotive tenutosi a Bologna, gli operatori del settore hanno sottolineato l'importanza di adottare una strategia basata sulla neutralità tecnologica, promuovere la ricerca nel settore energetico e istituire un fondo sovrano europeo per gli investimenti industriali.

 

La Motor Valley: un patrimonio industriale europeo

L'Emilia-Romagna ospita la rinomata Motor Valley, una filiera strategica composta da 388 imprese specializzate che impiegano circa 20.000 addetti. Questo comparto genera un fatturato di 12 miliardi di euro, rappresentando il 16% del totale nazionale, e un export di 9,8 miliardi di euro, pari al 21,4% delle esportazioni italiane nel settore. Questi numeri evidenziano l'importanza della regione non solo a livello nazionale, ma anche nel contesto europeo. 


Le proposte per Bruxelles

Durante l'incontro, il vicepresidente della Regione Emilia-Romagna con delega allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, ha delineato le principali richieste da presentare alle istituzioni europee:​

  • Neutralità tecnologica: adottare un approccio che contempli un mix di tecnologie, tra cui elettrico, plug-in, idrogeno e biofuel, per la decarbonizzazione della mobilità.​

  • Piano di ricerca sull'energia: investire nella ricerca per abbattere i costi energetici e promuovere la produzione di batterie made in Europe.​

  • Fondo sovrano europeo per gli investimenti industriali: istituire un fondo dedicato a sostenere gli investimenti nel settore industriale, garantendo adeguati ammortizzatori sociali per la transizione e salvaguardando le competenze territoriali, soprattutto nelle piccole imprese.​


Queste proposte mirano a rafforzare la filiera della componentistica europea, riportando la produzione nel continente e garantendo la competitività dell'industria automobilistica europea.

 

Il contesto europeo e le sfide attuali

L'industria automobilistica europea sta affrontando un periodo di forte incertezza. A dicembre 2024, la produzione italiana ha registrato un calo del 36,6% su base annua. Parallelamente, il mercato europeo è stato invaso da vetture cinesi, mentre gli Stati Uniti hanno imposto dazi del 25% sulle importazioni di auto. Nonostante le rassicurazioni della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che ha annunciato una finestra di tre anni per il calcolo delle emissioni di CO₂ senza modificare la deadline del 2035 per l'eliminazione del motore endotermico, le preoccupazioni rimangono elevate. Marco Stella, presidente della Filiera Automotive di Confindustria Emilia e amministratore delegato di DTS Spa, ha sottolineato come l'industria europea stia soffrendo la competizione cinese, evidenziando la necessità di misure protettive simili a quelle adottate dagli Stati Uniti. 


Il ruolo dei fondi sovrani nel sostegno agli investimenti

I fondi sovrani, o Sovereign Wealth Funds (SWF), sono strumenti finanziari pubblici attraverso i quali gli Stati effettuano investimenti in vari settori. Questi fondi gestiscono la ricchezza nazionale derivante da risorse energetiche, surplus della bilancia commerciale, riserve valutarie, eccedenze di bilancio e privatizzazioni. L'obiettivo principale dei fondi sovrani è accrescere il capitale per assolvere agli impegni sociali di uno Stato, come erogare pensioni, finanziare opere pubbliche e infrastrutture o far fronte alle emergenze nazionali.


La proposta di istituire un fondo sovrano europeo per supportare gli investimenti industriali potrebbe rappresentare una risposta strategica alle sfide attuali. Questo fondo potrebbe finanziare progetti di ricerca e sviluppo, sostenere la transizione ecologica e digitale dell'industria automobilistica e garantire la competitività del settore a livello globale.

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