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La Corte Costituzionale dichiara illegittima la moratoria della Sardegna sulle energie rinnovabili

L'11 marzo 2025, la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità della moratoria di 18 mesi imposta dalla Regione Sardegna sulla realizzazione di nuovi impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. La decisione riguarda l'articolo 3 della legge regionale n. 5 del luglio 2024, che prevedeva il blocco temporaneo delle autorizzazioni per nuovi impianti eolici e fotovoltaici.


Motivazioni della sentenza

La Corte ha ritenuto che la moratoria violasse i principi fondamentali stabiliti dalla normativa statale, in particolare il decreto legislativo n. 199 del 2021, che mira al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione entro il 2030. Questo decreto vieta espressamente l'introduzione di moratorie regionali che possano ostacolare la transizione energetica e prevede procedure autorizzative semplificate per l'installazione di impianti da fonti rinnovabili. 


Iter legislativo e impugnazione governativa

La legge regionale era stata approvata nel luglio 2024 con l'obiettivo dichiarato di tutelare il paesaggio e l'ambiente, concedendo alla Regione il tempo necessario per individuare le aree idonee alla realizzazione di impianti rinnovabili. Tuttavia, il Governo nazionale aveva impugnato la legge davanti alla Corte Costituzionale, ritenendola in contrasto con la normativa statale ed europea in materia di energia e ambiente. ​


Abrogazione della moratoria e nuova normativa regionale

Nel dicembre 2024, la Regione Sardegna aveva abrogato la moratoria con l'approvazione della legge n. 20, che individua le aree idonee e non idonee per l'installazione di impianti da fonti rinnovabili. Questa nuova normativa limita al 1% del territorio regionale lo spazio destinato a tali impianti e introduce l'obbligo per i proponenti di presentare garanzie fideiussorie a copertura degli interventi di ripristino ambientale al termine della vita utile degli impianti. 


Reazioni delle istituzioni regionali

Nonostante la dichiarazione di illegittimità della moratoria, gli amministratori regionali hanno manifestato tranquillità, sottolineando che la nuova legge sulle aree idonee ha già superato le criticità evidenziate dalla Corte. La Presidente della Regione, Alessandra Todde, ha ribadito l'impegno dell'amministrazione nel garantire uno sviluppo sostenibile del territorio, conciliando la promozione delle energie rinnovabili con la tutela del paesaggio e delle risorse ambientali.​


Implicazioni per le politiche energetiche regionali

La sentenza della Corte Costituzionale rappresenta un precedente significativo per le future iniziative legislative regionali in materia di energia. Evidenzia la necessità di un coordinamento tra le politiche locali e gli obiettivi nazionali ed europei di transizione energetica, evitando misure che possano ostacolare il percorso verso la decarbonizzazione e lo sviluppo sostenibile.​


Il ruolo delle garanzie fideiussorie nella nuova legge regionale

Una delle novità introdotte dalla legge regionale n. 20 del dicembre 2024 è l'obbligo per i proponenti di impianti rinnovabili di presentare garanzie fideiussorie. Queste garanzie mirano a coprire i costi degli interventi di ripristino ambientale al termine della vita utile degli impianti, assicurando che le aree interessate possano essere riportate alle condizioni originarie. Questa misura rappresenta un passo avanti nella responsabilizzazione degli operatori del settore e nella tutela del territorio.​


Prospettive future per le energie rinnovabili in Sardegna

La Sardegna, con la nuova normativa sulle aree idonee, si pone l'obiettivo di favorire lo sviluppo delle energie rinnovabili in modo equilibrato e sostenibile. La definizione chiara delle zone destinate agli impianti e l'introduzione di strumenti di garanzia finanziaria possono contribuire a creare un contesto favorevole agli investimenti nel settore, nel rispetto delle peculiarità ambientali e paesaggistiche dell'isola.

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