Il Nucleare sta tornando? La verità sul nuovo accordo.
- Luca Brivio
- 6 feb
- Tempo di lettura: 2 min

Enel, Ansaldo Energia e Leonardo hanno siglato un accordo per la creazione di una nuova società dedicata allo sviluppo degli Small Modular Reactors (SMR), i reattori nucleari di terza generazione. Si tratta di un passo importante per il ritorno dell'energia nucleare in Italia, dopo decenni di stop a seguito dei referendum del 1987 e del 2011. La nuova azienda avrà il compito di studiare la fattibilità tecnica ed economica dei reattori modulari, con Enel che deterrà il 51% delle quote, Ansaldo Energia il 39% e Leonardo il restante 10%.
Nonostante l'importanza dell’iniziativa, i tempi per un’effettiva realizzazione sono molto lunghi. Attualmente, l'Italia manca di un quadro normativo che consenta la costruzione e l’uso di impianti nucleari, e secondo il governo, la regolamentazione necessaria non sarà pronta prima del 2030. Inoltre, l’obiettivo previsto è piuttosto contenuto: si stima che entro il 2050 l’energia nucleare coprirà soltanto il 10-11% della domanda elettrica nazionale.
Il progetto punterà inizialmente sulla tecnologia dei reattori modulari ad acqua leggera, ma la società monitorerà anche gli sviluppi dei reattori di quarta generazione, che potrebbero garantire maggiore sicurezza ed efficienza. Ansaldo Energia, grazie alla sua esperienza nel settore nucleare a livello internazionale, avrà un ruolo chiave nella progettazione e realizzazione delle infrastrutture. Leonardo, invece, contribuirà con le proprie competenze tecnologiche e nel settore della sicurezza.
Il ritorno dell’energia nucleare in Italia rimane una questione dibattuta, con forti opposizioni da parte delle associazioni ambientaliste e dell’opinione pubblica. Tuttavia, il governo sembra determinato a superare i vincoli normativi e a includere il nucleare nel mix energetico italiano, considerandolo un elemento cruciale per la transizione energetica e la riduzione delle emissioni di CO₂. Il futuro dell’accordo tra Enel, Ansaldo e Leonardo dipenderà quindi non solo dalla fattibilità tecnica, ma anche dalle decisioni politiche e dalla volontà di investire in una tecnologia che potrebbe cambiare il panorama energetico del Paese.
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