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Hamas respinge la proposta di tregua israeliana mentre Netanyahu visita Orbán in Ungheria

Il 3 aprile 2025, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha incontrato a Budapest il suo omologo ungherese, Viktor Orbán, in un contesto internazionale segnato da tensioni crescenti. Durante la visita, il governo ungherese ha annunciato l'intenzione di avviare il processo di ritiro dalla Corte Penale Internazionale (CPI), una decisione che ha sollevato numerose reazioni a livello globale. Nel frattempo, i negoziati per una tregua tra Israele e Hamas hanno subito un nuovo stallo, con il rifiuto da parte di Hamas dell'ultima proposta israeliana.​


L'incontro tra Netanyahu e Orbán e il ritiro dall'ICC

La visita di Netanyahu in Ungheria è avvenuta nonostante il mandato di arresto emesso dalla CPI nei suoi confronti per presunti crimini di guerra e crimini contro l'umanità legati al conflitto in corso a Gaza. Orbán ha accolto Netanyahu con tutti gli onori militari nel Castello di Buda, sottolineando il forte legame tra i due paesi. Contestualmente, Gergely Gulyás, capo di gabinetto di Orbán, ha dichiarato che il governo ungherese avvierà la procedura per ritirarsi dalla CPI, un processo che potrebbe richiedere oltre un anno per essere completato. Orbán ha criticato la CPI definendola un'istituzione politicizzata e ha espresso sostegno a Israele, nonostante le implicazioni legali e le tensioni con l'Unione Europea. Netanyahu ha elogiato la decisione ungherese, definendola un atto coraggioso e di principio. ​


Stallo nei negoziati tra Israele e Hamas

Parallelamente, i negoziati per una tregua tra Israele e Hamas hanno incontrato nuove difficoltà. Hamas ha respinto l'ultima proposta israeliana, accusando Netanyahu di voler sabotare l'accordo di pace. Israele, dal canto suo, ha annullato la votazione sul patto prevista, sostenendo che Hamas stava cercando di modificare l'accordo all'ultimo minuto per ottenere ulteriori concessioni. Questo ha portato a un'escalation delle operazioni militari israeliane in Cisgiordania, con l'impiego di carri armati per la prima volta in oltre due decenni, causando lo sfollamento di circa 40.000 persone.​


Critiche interne al governo israeliano

All'interno del governo israeliano, il ministro delle Finanze di estrema destra, Bezalel Smotrich, ha criticato pubblicamente la proposta di cessate il fuoco, definendola una "resa" e insistendo sulla necessità di mantenere la pressione su Hamas senza concedere vantaggi. Questa posizione riflette le divisioni interne all'esecutivo riguardo alla gestione del conflitto e alle trattative per la pace.​


Reazioni internazionali e implicazioni geopolitiche

La decisione dell'Ungheria di ritirarsi dalla CPI e l'accoglienza riservata a Netanyahu hanno suscitato reazioni contrastanti a livello internazionale. L'Unione Europea ha espresso preoccupazione per la mossa ungherese, evidenziando possibili implicazioni sulle relazioni all'interno del blocco. La CPI ha condannato la decisione di Budapest, sottolineando l'obbligo legale degli stati membri di cooperare con la Corte. Nel contesto mediorientale, lo stallo nei negoziati e l'intensificarsi delle operazioni militari sollevano timori per una nuova escalation del conflitto, con potenziali ripercussioni sulla stabilità regionale.​


Prospettive future

La comunità internazionale continua a monitorare con attenzione l'evolversi della situazione, mentre gli sforzi diplomatici per raggiungere una tregua stabile proseguono tra molteplici difficoltà. La visita di Netanyahu in Ungheria e le decisioni conseguenti evidenziano le complesse dinamiche geopolitiche in atto e la necessità di un impegno concertato per affrontare le sfide attuali.

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