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Friuli Venezia Giulia accende il futuro della mobilità: piste ciclabili connesse e intelligenti

Un segnale wireless accompagna il ritmo delle pedalate. Un'app avverte dell'arrivo di un temporale. Un sensore rileva il flusso di ciclisti e ottimizza l'illuminazione del percorso. Non è un’anticipazione di una smart city del futuro, ma quanto sta diventando realtà sulle ciclabili del Friuli Venezia Giulia. Con un investimento di 4,8 milioni di euro, la Regione ha avviato il più avanzato progetto di digitalizzazione delle piste ciclabili in Italia, destinato a ridisegnare il concetto stesso di mobilità dolce.


La trasformazione è già iniziata: lungo i principali itinerari ciclabili del territorio, tra le direttrici di Trieste, Udine e Pordenone, verranno installati dispositivi IoT, sensori ambientali e moduli di connessione Wi-Fi. L’obiettivo è costruire una vera e propria infrastruttura intelligente che consenta, in tempo reale, di monitorare le condizioni delle piste, rilevare anomalie, suggerire deviazioni in caso di traffico elevato o eventi meteorologici avversi.


Ogni tratto della rete sarà mappato, georeferenziato e interconnesso con la piattaforma MaaS FVG (Mobility as a Service Friuli Venezia Giulia), il cuore digitale della mobilità regionale. Questo sistema consentirà a chiunque si muova su due ruote di pianificare percorsi personalizzati, confrontare tempi di percorrenza, accedere a dati meteo locali e perfino sincronizzare il proprio tragitto con treni e autobus. L’intermodalità, spesso invocata e raramente realizzata, prenderà forma direttamente nel palmo della mano.


La Regione ha fatto sapere che l’infrastruttura non sarà una semplice sovrapposizione tecnologica a percorsi esistenti, ma il frutto di un ripensamento integrato della mobilità. Le ciclabili diventeranno veri “corridoi intelligenti”, capaci di dialogare con il territorio, adattarsi al comportamento degli utenti e fornire risposte concrete alla domanda crescente di spostamenti sostenibili. A ogni attraversamento pericoloso corrisponderà un alert. Ogni tratto isolato potrà essere controllato per sicurezza. Ogni chilometro avrà una storia da raccontare, con pannelli e QR code che condurranno a contenuti culturali e paesaggistici.


Oltre 1300 chilometri di piste saranno coinvolti. Si tratta della rete già esistente in Friuli Venezia Giulia, una delle più articolate e strutturate d’Italia, grazie anche al ruolo strategico della regione nel turismo ciclabile europeo. Percorsi come l’Alpe Adria, che unisce Salisburgo a Grado, o la ciclovia Pedemontana saranno i primi a beneficiare delle tecnologie intelligenti. In futuro, anche i tratti minori e le connessioni urbane riceveranno lo stesso trattamento.


I fondi provengono da una combinazione tra risorse regionali e PNRR. Ma la parte più ambiziosa del progetto riguarda la governance: a differenza di altri esperimenti digitali frammentari, questo è pensato per essere unitario e replicabile. Le tecnologie scelte sono open-source, i protocolli di comunicazione standardizzati, l’integrazione con altre piattaforme già prevista. L’obiettivo dichiarato è creare un modello che possa essere esportato anche in altre regioni.


La sicurezza è uno dei pilastri principali dell’intervento. I dati raccolti permetteranno di individuare punti critici lungo i percorsi, segnalare aree soggette ad allagamenti, migliorare l’illuminazione notturna e rendere più efficiente la manutenzione. Ma non solo: si lavora anche su un sistema automatico di conteggio dei passaggi per quantificare l’utilizzo effettivo delle piste, elemento cruciale per pianificare nuovi investimenti e calibrare i servizi connessi.


Tra i partner del progetto figurano start-up tecnologiche, università, enti locali e associazioni ciclistiche. La regia è affidata all’assessorato regionale alle infrastrutture e alla mobilità, ma la partecipazione del territorio è stata essenziale per mappare i bisogni reali. Gli operatori turistici, in particolare, vedono nella ciclabile intelligente un’occasione per allungare la stagione e attrarre una clientela internazionale sempre più sensibile alla qualità dell’esperienza e alla digitalizzazione dei servizi.


Non si tratta soltanto di mobilità, ma anche di cultura del paesaggio. Ogni ciclabile è una dorsale verde che attraversa aree naturali, borghi storici, zone rurali di pregio. La tecnologia diventa un alleato per valorizzare, proteggere e raccontare questi territori, creando una narrazione nuova in cui la sostenibilità non è uno slogan, ma una pratica concreta, misurabile, visibile.


Il cantiere è appena partito, ma le prime attivazioni sono attese già entro la fine dell’estate 2025. Lungo alcuni tratti saranno installati totem multilingua, pensati per il cicloturismo internazionale, e stazioni di ricarica per bici elettriche alimentate da fonti rinnovabili. Un’attenzione particolare sarà riservata anche all’accessibilità: il sistema garantirà funzionalità vocali per i non vedenti e mappe semplificate per utenti con difficoltà cognitive.


Nel momento in cui la transizione ecologica incontra la transizione digitale, la bicicletta torna a essere protagonista. Non solo come mezzo, ma come veicolo di innovazione e come simbolo di una mobilità più umana, silenziosa e intelligente.

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