Donne over 50, senza lavoro né pensione: Istat fotografa un’emergenza sommersa
- piscitellidaniel
- 8 mag
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I dati diffusi da Istat e CNEL nel recente report sul lavoro femminile rivelano una realtà sociale trascurata e in crescita: il 40% delle donne italiane con più di cinquant’anni è privo sia di un’occupazione sia di una pensione. Si tratta di circa 2 milioni di persone che, pur in età ancora lavorativamente attiva, si trovano escluse da ogni forma di reddito continuativo. Una condizione che, nella maggioranza dei casi, non è frutto di scelta, ma della mancanza di opportunità reali e di adeguato supporto.
La platea femminile over 50 è da tempo segnalata come una delle più vulnerabili, ma mai come ora l’impatto economico e sociale di questa esclusione appare evidente. A fronte di una popolazione che invecchia e di un mercato del lavoro sempre più selettivo, la possibilità per molte donne di rientrare in un percorso lavorativo si allontana definitivamente, con l’effetto di sospingerle in una sorta di limbo, troppo giovani per la pensione e troppo “vecchie” per essere riassorbite dal mercato.
Nel dettaglio, Istat evidenzia che tra le donne inattive, il 33,9% indica motivi familiari come principale causa dell’esclusione dal lavoro. La necessità di assistere figli, genitori anziani o familiari disabili si traduce per molte in un’uscita silenziosa dal mondo produttivo. Un altro 28,6% dichiara di essere impegnata in attività formative o scolastiche, anche se in questa fascia d’età tale voce include principalmente corsi professionali o percorsi di aggiornamento. Il 14,6% si colloca in una zona grigia tra il pensionamento anticipato e l’inoccupazione dichiarata, mentre un significativo 7,5%, pari a quasi 600mila donne, ha abbandonato attivamente la ricerca di un impiego, ritenendolo ormai impossibile.
Geograficamente, la situazione è ancora più marcata nel Mezzogiorno. In regioni come Calabria, Sicilia, Campania e Puglia, il tasso di inattività femminile over 50 supera il 60%, con punte del 70% tra le madri sole o le donne con basso livello di istruzione. Qui la mancanza di servizi per l’infanzia e la non autosufficienza, unita alla cronica debolezza del tessuto occupazionale, rende pressoché impraticabile la conciliazione tra vita familiare e lavoro. In molte aree rurali e periferiche, poi, il tasso di abbandono del lavoro femminile dopo i 45 anni è in aumento.
Tra le donne escluse dal lavoro e senza pensione, una quota rilevante ha alle spalle carriere lavorative discontinue, spesso in settori a bassa tutela contrattuale come l’assistenza domestica, il commercio o i servizi alla persona. Queste esperienze, quasi mai sufficienti a maturare i requisiti contributivi per l’accesso a una pensione, aggravano la fragilità economica nella fase matura della vita. Si tratta di donne che hanno spesso lavorato per decenni, ma che si trovano senza copertura previdenziale perché impiegate in nero, a tempo parziale, o con contratti intermittenti.
Il tema assume una rilevanza ancora maggiore alla luce della riforma pensionistica prevista nei prossimi anni. Con l’uscita sempre più posticipata dal lavoro e criteri più stringenti per l’accesso alla pensione anticipata, il rischio è che un numero crescente di donne rimanga senza reddito proprio per periodi di tempo sempre più lunghi. La penalizzazione femminile appare evidente anche sul fronte contributivo: secondo l’INPS, le donne over 50 versano in media il 27% in meno di contributi rispetto agli uomini della stessa fascia d’età.
Sul versante politico, la questione non è ancora entrata pienamente nel dibattito. Le politiche attive del lavoro attualmente in vigore faticano a raggiungere questa categoria, spesso esclusa da bandi per riqualificazioni professionali o da incentivi all’assunzione, che si concentrano prevalentemente sui giovani under 30 o sugli over 60 in prossimità della pensione. Il risultato è un’assenza strutturale di percorsi di reinserimento mirati per le donne nella fascia intermedia, che pure rappresentano una risorsa preziosa per un Paese in difficoltà demografica e produttiva.
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