Le previsioni dell'Istat per il prossimo futuro rilevano che in Italia potrebbero perdersi 11 milioni di residenti. Rispetto al 2014 sono già 1 milione e mezzo in meno. Per il Festival dell'Economia di Trento, al Dipartimento di Economia dell'università si è discusso di "Allarme demografico in Italia". L'ex presidente dell'Istat Gian Carlo Blangiardo, docente di demografia all'università Bicocca di Milano, ha affermato che "non si tratta certo di un problema nuovo". "Adesso - ha proseguito - l'Italia rischia di non essere più un grande Paese. È ormai necessaria una sorta di 'chiamata alle armi' per gestire le dinamiche legate alla denatalità e invertire la rotta. Una delle strade da percorrere, anche se non è l'unica, per rilanciare la natalità, è quella di valorizzare l'immigrazione".
Secondo Stefani Scherer dell'università di Trento, che ha anche moderato il confronto, “per favorire la natalità - visto che un figlio in Italia costa al mese, mediamente 640 euro – sono necessarie politiche che favoriscano la stabilità lavorativa sia delle donne che degli uomini". Secondo il relatore c'è necessità di maggiore investimento sulle giovani generazioni: "I dati, le statistiche, i diagrammi, lo dimostrano”. Alessandro Rosina, dell'università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha affermato che “le potenzialità per invertire il fenomeno della denatalità ci sono. Però, per evitare la discesa progressiva della popolazione in atto è necessario fare leva sul fenomeno immigratorio e sull'occupazione sia giovanile che femminile. Altrimenti la situazione rischia di implodere”. È quindi intervenuta la docente universitaria Laura Zanfrini della Fondazione Imu (che studia i fenomeni migratori). “Per affrontare la denatalità il tema di una buona gestione del processo immigratorio e dell'integrazione è centrale – ha sostenuto - Tenendo presente un fattore: il rischio povertà per le famiglie italiane è in aumento. Ancora di più per quelle straniere”.
Fonte: Festival Economia 2023
Commenti